Ho trovato ben calato nel ruolo del francese omosessuale Tom Riley e anche questo dualismo fra i due fratelli dell'impresa di moda del dopoguerra: l'uno il genio nascosto dietro la sopravvivenza dell'azienda;l'altro che si sporca le mani di sangue pur di mantenere questo stile di vita e quindi io un po' di curiosità al riguardo ce l'ho, nonostante il sogno trash delle donne vestite alla moda perché
Da Vinci's Demons non lo dimenticheremo tanto presto.

Per quanto riguarda gli altri personaggi, sono tutti monotematici (la ragazza che ha abortito e per me il padre è Claude, non Mr. Sabine; il fotografo innamorato di lei, la moglie del primogenito dell'azienda che sa tutto e non dice nulla; la madre che vuole proteggere il figlio genio di cui non avevamo proprio bisogno).
Avviso che dietro la sceneggiatura c'è Goldstick di Pretty Littla Lieers, quindi il trash è di casa, sicuramente. Trovo comunque coraggioso che degli inglesi si calino nei panni di persone francesi, mantenendone l'accento anche nella lingua anglossassone/americana, il che risultà molto convincente.