L'angolo del "Previously on TotoSeries"
[Punto di raccolta di tutti i documenti importanti che non potete assolutamente perdervi]
Storie dalla nave [TotoShip]
TotoShip 2x12 - "The Enemy Within" (Regia di Rotang14 e Clank270)Ore 00:15 - 6 settembre 2015
Durante una tranquilla notte di navigazione, con la USS Skoll che scivolava docile tra il calmo mare delle coste USA, sembrava impossibile che qualcosa potesse andare storto: la luna splendeva alto nel cielo e accanto alla nave saltavano tra un’onda e l’altra dei delfini, seguendo la rotta dell’imbarcazione. La pace non era destinata a durare a lungo: l’allarme risuonò per tutti i corridoi, prima di essere sostituito dal rumore di una forte esplosione che scosse tutta la nave; l’ondata devastante di calore si propagò fin quasi ai ponti superiori, investendo e carbonizzando tutto ciò che trovava sulla sua strada. Le sirene continuavano a risuonare, mentre i pochi sopravvissuti si ritrovarono sul ponte principale, sul lato opposto era parcheggiato l’elicottero; avrebbero dovuto attraversare tutta la nave prima di poterci salire e fuggire, o avrebbero potuto optare per le scialuppe di salvataggio.
Nessun segno degli altri. Poi ci fu la seconda esplosione.
Ore 00:07 - 6 settembre 2015
Ormai tutto era pronto. Chiuse la comunicazione dal terminale del suo computer, lo centrò in pieno con la sua pistola silenziata, uscì dalla sua cabina e lo gettò fuori bordo. Il punto di non ritorno era già stato sorpassato da un bel po’ ormai, sapeva benissimo cosa doveva fare ora. Si fece strada fino all’armeria, controllò che nessuno fosse nei dintorni ed entrò, richiudendo la porta a chiave per essere sicuro che nessuno entrasse. Infilò nel suo zaino militare un M4A1 con modulo lanciagranate, delle granate di scorta, un RPG e infine riempì nuovamente il caricatore della sua Berretta M9 silenziata e tirò indietro il carrello. Era arrivata l’ora di aprire le danze.
Ore 00:16 - 6 settembre 2015
L’esplosione veniva proprio dal retro e scosse tutta la nave, mentre l’ondata di calore si propagava sui ponti e lasciava ben poche opzioni ai sopravvissuti.
Il gruppo decise di optare per una delle scialuppe di salvataggio, mentre la nave cominciava ad oscillare pericolosamente e l’odore di zolfo misto a petrolio e benzina in fiamme si propagava nell’aria: qualcuno aveva fatto saltare in aria la sala motori e il carburante era adesso in fiamme. La colonna di fumo si allungava nel cielo per decine, forse centinaia di metri, mentre tutta intorno l’aria si stava surriscaldando in modo anomalo.
Con un deciso colpo d’ascia fu fatto precipitare in acqua un gommone, uno dei pochi rimasti interi e funzionanti, in mare ed uno ad uno tutto il gruppo si calò in basso. Si stavano apprestando ad avviare il motore per allontanarsi, quando tutti videro la figura incappucciata sul ponte della USS Skoll.
Ore 00:14 - 6 settembre 2015
L’inconfondibile rumore smorzato di pallottole silenziate riecheggiò per i corridoi della nave. Una figura si muoveva con incredibile agilità, uccidendo senza la minima smorfia quelli che fino a qualche ora fa erano i suoi compagni. La figura, incappucciata e protetta da una felpa nera con sotto un giubbotto antiproiettile, continuava a muoversi, niente sembrava poterlo fermare. Il suo percorso finì nella sala macchine, dove piazzò tutte e 4 le cariche di esplosivo al plastico che aveva recuperato dall’armeria. Il display rosso dell’esplosivo iniziò a lampeggiare, con le cifre rosse che indicavano un minuto alla deflagrazione. Si allontanò con passi decisi, ed era già sul ponte principale, lato cannone da 127mm: il vento si stava alzando, e non prometteva di soffiare leggermente. L’esplosione interruppe la quiete della navigazione; dopo pochi secondi sentì i passi e la corsa di chi ha paura perchè colpito in modo inaspettato, dunque tirò fuori dallo zaino il fucile d’assalto, caricò il modulo lanciagranate sottocanna e premette il grilletto. La granata emise un lungo sibilo mentre fendeva il vento in direzione opposta, finchè non colpì alla base del rotore l’elicottero, il quale saltò in aria in pochi millisecondi, emttendo schegge di lamiera in tutte le direzioni.
Bene, l’elicottero era inutilizzabile, era arrivato il momento di sistemare l’ultima faccenda rimasta in sospeso. I sopravvissuti.
Ore 00:20 - 6 settembre 2015
La figura incappucciata era sul ponte principale, imbracciava un RPG e lo puntava proprio verso di loro. All’improvviso il rumore di fuoco automatico di un fucile d’assalto interruppe la scena, un colpo di RPG partì ma mancò la scialuppa di molti metri: qualcuno era ancora vivo e stava sparando all’attentatore. La figura sparì verso l’interno della nave e venne avviato il motore del gommone, iniziando così ad allontanarsi dalla USS Skoll.
I sopravvissuti, pieni di fuliggine e storditi dagli eventi, si guardavano in silenzio. Cosa fare adesso? Dove rifugiarsi?
Non ebbero il tempo per pensare a questi quesiti, quando un urlo richiamò la loro attenzione: qualcun altro era sopravvissuto e, a quanto pare, si trovava in acqua dalla parte opposta della nave. Girarono bruscamente il timone e, dopo aver aggirato la chiglia della nave, trovarono in acqua, aggrappati a dei salvagente, altri compagni scampati alle esplosioni e alle sparatorie.
Una volta caricati a bordo, il gommone si allontanò a tutta velocità.
Nessuno di loro sapeva a cosa stavano andando incontro. peppe995, j.atticus, malatempora, rikyf91, MDhope, madaboutdanny, faso, wolffenrir e malilla, gli unici scampati ai folli eventi, si stavano lasciando alle spalle la nave in fiamme, ma la figura incappucciata non era l’unica persona di cui si dovevano preoccupare, c’era un pericolo ben più vicino. Uno di loro era una spia, e di sicuro non una di quelle che fa prigionieri.
TotoShip 2x13 - "The betrayal of an old friend" Ore 19.34 - 6 settembre 2015
Dopo quasi 24 di navigazione, e decine di ore sotto il forte sole pomeridiano, la notte stava iniziando a farsi strada nel cielo. Lunghe e scure nuvole iniziavano ad apparire all’orizzonte, pioggia forse?
Ma questo era un dettaglio, il gommone ormai stava esaurendo il carburante e ancora non c’era nessuna traccia della costa o di una qualunque isola. j.atticus decise di far virare leggermente il gommone, seguendo un’ultima rotta nella speranza di trovare prima o poi qualcosa.
Ore 20.56 - 6 settembre 2015
Il cielo era ormai scuro, ma una fioca luce era apparsa all’orizzonte, e nonostante il motore stesse ormai tossendo per la mancanza di benzina, si stavano avvicinando alla fonte. Lungo la strada avevano accolto a bordo peolo12, trovato aggrappato ad un salvagente dopo che anche la sua nave era affondata. Caricarono le poche armi che avevano ancora a disposizione e si prepararono all’avvicinamento.
Era una nave, un destroyer come la USS Skoll per la precisione, ma con la scarsa luce (l’unica fonte veniva dall’interno e si stava affievolendo) non riuscirono a leggere il nome. Si arrampicarono lungo una fune calata su un fianco della nave, ed una volta a bordo iniziarono ad esplorare l’imbarcazione, in cerca di qualcuno a bordo o di qualcosa che potesse essere loro utile.
wolffenrir stava camminando lungo un corridoio, illuminato solo dalla torcia del suo fucile, quando all’improvviso davanti a sé sentì un urlo e dei passi pesanti, qualcuno stava correndo verso di lui: alzò la torcia e vide quello che sembrava un eremita (forse giapponese?) che correva con un’accetta (ma ha gli occhi argentati?), si preparò a sparare ma vide che il tizio scartò in un corridoio laterale e si gettò in acqua dal ponte della nave.
Poi il silenzio.
Ore 21.12 - 6 settembre 2015
Ormai la nave era stata setacciata da cima a fondo, ed era totalmente deserta, seppur circondata da un alone di mistero, dove erano finiti tutti? E non era l’unica cosa strana, furono trovate due stanze alquanto bizzarre: la prima era la stanza del capitano, piena di ossa umane (mascelle, per la precisione) sparse ovunque, la seconda stanza invece era totalmente distrutta, con tagli di ascia ovunque, e infine con un’ascia piantata nella lamiera con attaccato un parrucchino.
malilla scese nella sala motori, li avviò e fece tornare la corrente elettrica in tutta la nave. Tuttavia, invece di risalire, rimase là sotto ed avviò un terminale nella stanza adiacente.
Ore 00.14 – 7 settembre 2015
Improvvisamente tutta la nave sembrò prendere vita: i motori si accesero alla massima potenza, le sirene iniziarono a suonare, tutte le luci si accesero e i cannoni iniziarono a sparare colpi verso il cielo. Poi il silenzio.
Tutte le radio di bordo iniziarono a gracchiare, un rumore statico disturbato ma snervante, il gruppo si sparse per la nave cercando una centralina elettrica per disattivare il tutto, quando la voce iniziò a risuonare per i corridoi.
Ore 00.17 – 7 settembre 2015
“Buonasera sopravvissuti, o almeno per ora, s'intende. Vi trovate bene sulla USS Nathan James? Certo, dopo che qualcuno ha affondato la USS Skoll sono stati tempi difficili per voi, senza un punto di riferimento e senza un posto sicuro, ed avete avuto molta fortuna a trovare questa nave. La nostra era un po' più stretta, se vi ricordate, questa qua invece è molto molto più bella. Vi starete chiedendo ora perché ho detto “nostra nave”, presumo.”
La voce effettivamente era familiare, e tutti stavano realizzando proprio in quel momento chi stesse parlando al microfono.
“La vittoria della prima TotoSerie mi ha reso più forte, un leader. Voi non avete vissuto la follia dell'isola di St. Germain, non avete provato sulla vostra pelle cosa vuol dire riuscire ad abbandonare l'isola, pur perdendo diversi compagni che non sono riusciti a salire sulla USS Skoll. E in qualità di nuovo comandante in carica, io, pergo, ho intenzione di affondare pure la USS Nathan James, stavolta con voi sopra.”
Un momento di pausa.
“Oh, davvero credevate che fossimo tutti morti durante l'incidente? Siamo ancora tutti vivi: clau78, kimono23, panz1, Clank270, Rotang14, dio_brando87, Vlader e me medesimo. Mentre la vostra cara compagna malilla scatenava il finimondo sulla USS Skoll, noi ce ne siamo andati senza dare nell'occhio, vi ha traditi, mettetevi l'animo in pace. È inutile cercarla sulla vostra nave, lei è già fuggita, ovviamente dopo averci rivelato la vostra posizione, e si sta dirigendo verso di noi. Dove, vi chiederete, ma non è il momento per rispondere a questa domanda, abbiamo altre cose da affrontare. Noi siamo l'ultima retroguardia rimasta di ciò che ha affrontato la follia di St. Germain, e saremo noi a regnare sovrani e instaurare una nuova civiltà assieme alla popolazione sopravvissuta. Noi vi abbiamo ospitati a bordo, ma non siete mai stati davvero dei nostri, siete deboli e non temprati come noi. E no, non se ne parla, non possiamo lasciarvi stare: l'eredità delle TotoSerie è nostra, le erbacce vanno estirpate anche dai prati più verdi."
Una pausa.
"Dunque eccoci al nostro problema finale. Noi e voi.”
TotoShip 2x14 - "Aftermath" - SEASON FINALEOre 06.12 – 7 settembre 2015
La prima chiara luce dell'alba iniziò a rischiarare le acque attorno a Saint Louis, calme e piatte, con i gabbiani che iniziavano a cacciare il loro cibo quotidiano. La notte era ormai finita, la luce era tornata a rischiarare quell'angolo di Terra, ma non tutto era così puro e incontaminato.
Lungo la costa galleggiavano i rottami della USS Nathan James, come un bicchiere di cristallo caduto a terra la nave era ormai ridotta in tanti, troppi pezzi, e il carburante di bordo stava lentamente contaminando le acque dell'oceano. E allo stesso modo del carburante, lentamente e inesorabilmente, era andato a buon fine il piano del gruppo capitanato da Pergo. Erano nuovamente loro i padroni delle TotoSerie. I sopravvissuti non erano più un problema.
Ma poco più lontano, lungo la costa, c'era ancora qualcuno in vita. peppe995, aggrappato a quello che una volta era un seggiolino della NJ, era arrivato a riva. Aveva una contusione alla testa, ma riuscì ad alzarsi in piedi dopo vari sforzi, giusto per ricadere a terra pochi metri più avanti, vicino ad una radio.
La accese, e si mise in ascolto. Di cosa? Forse cercava un appello di qualcuno, forse voleva sentire qual'era la situazione sulla terraferma; invece captò un segnale, delle coordinate, poi altro codice morse. Era il suo nome, qualcuno stava trasmettendo il suo nome e delle coordinate, di cui non riusciva a capire il luogo indicato, ma sicuramente poco lontano da lì.
C'era solo una cosa da fare, doveva arrivare a quell'auto abbandonata a pochi metri da lui e raggiungere le coordinate trasmesse: prese dal kit medico spiaggiato una siringa di adrenalina e se la conficcò nella gamba. Il cuore iniziò a pulsare come un treno e l'energia in tutto il corpo iniziò nuovamente a fluire.
Ore 06.37 – 7 settembre 2015
Spense il motore e controllò il gps di bordo: era quello il luogo, un capannone abbandonato lungo una vecchia strada polverosa di collina, che sormontava dall'alto la zona portuale di Saint Louis. Dunque scese, aprì il bagagliaio e estrasse una torcia, dato che dall'interno non proveniva alcuna fonte di luce. Anzi, probabilmente quel posto non aveva mai avuto un impianto elettrico funzionante, date le condizioni in cui era.
Aprì facendo molta forza una porticina arrugginita su un lato del capannone e vi entrò, facendosi luce con la torcia, per poi ricadere a terra per lo sforzo fatto. Dannazione, c'era polvere ovunque nell'aria, era quasi impossibile respirare, con una mano si alzò il colletto della maglia fino alla bocca ma continuava a inalare granelli di polvere.
Dal fondo della struttura provenivano dei rumori, sembrava una radio che trasmetteva delle canzoni degli anni 2000: come era possibile, le stazioni radio erano ormai andate in malora e le poche che trasmettevano lo facevano con messaggi di emergenza. Continuò dunque ad avanzare in quella direzione, ma in un primo momento non sentì il sibilo che passò a qualche centimetro dal suo orecchio, seguito da un tonfo sordo contro la parete.
Quando se ne accorse, una frazione di secondo dopo, e si girò verso la direzione di provenienza, fu colpito in piena testa e cadde a terra svenuto ruotando su sé stesso. Accanto a lui, il proiettile stordente di gomma dura rotolò lungo un'asse di legno, e si fermò.
Un uomo emerse dall'ombra, completamente vestito di bianco, prese peppe995 per le gambe e lo trascinò fuori dal capannone; una volta fuori, lo prese in spalla e lo gettò sui seggiolini posteriori di un'auto nera. Dette un colpo allo sportello del guidatore e l'auto partì, dunque si appoggiò al muro e si accese una sigaretta, guardando l'auto allontanarsi lungo quella strada polverosa e quando fu ormai lontana, si girò verso il porto.
Nel porto era ben visibile una nave ormeggiata, un destroyer che evidentemente era recentemente tornato da una battaglia, a giudicare dai danni che riportava. Un gruppo di soldati, forse navy, stava festeggiando, probabilmente avevano compiuto la loro missione.
All'improvviso dalla nave si alzò una colonna di fuoco e riecheggiò nell'aria un forte boato, la struttura della nave venne dilaniata e fatta a pezzi, i quali volarono in tutte le direzioni, devastando il porto.
Gettò la sigaretta a terra, la spense con una scarpa e rientrò con tutta calma nel capannone.
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I racconti della Cupola [TotoDome]
TotoDome 2x13 - "Run for your life" (Regia di Clank270 e Rotang14)Chester's Mill - Ore 05:45 AM
L’alba con le sue prime luci stava ormai per illuminare le sempre più calcificate pareti della Cupola quando un tremendo boato scosse l’intero paese di Chester’s Mill svegliando di soprassalto tutti, che fossero membri della Comunità o della Resistenza, ma una cosa accomunava tutti: nessuno sapeva quale fosse l’origine.
In quella che era ormai diventato il QG della Resistenza i tecnici della Aktion si misero al lavoro accendendo le strumentazioni per cercare di capire cosa potesse essere successo, e se fosse la Cupola stessa la fonte del boato che avevano sentito poco prima. Mentre Big Jim usciva dalla porta principale imbracciando un fucile uno degli scienziati chiamò a gran voce Hector e, a giudicare dal tono, qualsiasi cosa gli dovesse comunicare doveva avere la massima importanza.
“Siamo riusciti a risalire alla fonte e abbiamo scoperto qualcosa di sconcertante: l’esplosione non proveniva dall’esterno della Cupola ma ha avuto origine qui vicino, a forse 4 chilometri in direzione nord-ovest” ; “Mi servono risposte, non inutili indicazioni” tuonò Hector, a cui questa sveglia fuori programma non aveva sicuramente messo il buon umore. Lo scienziato, senza pensarci due volte, cominciò a richiamare le immagini da uno dei satelliti della Aktion situato nell’orbita bassa e che stava transitando proprio in quel momento sopra Chester’s Mill. “A breve riceveremo le immagini” disse lo scienziato “Il collegamento sembra reggere e non dovrebbero esserci problemi. Immagini in arrivo”. Premendo un pulsante sul lato del laptop il televisore posto al centro della sala si accese e cominciò a mostrare le immagini in alta definizione appena scattate dal satellite mentre tutti i membri della Resistenza, ormai radunatisi nella sala, osservavano in un clima dove la tensione era quasi tangibile.
“Cosa stiamo guardando Mike?” disse Hector chiamando lo scienziato per nome “Cosa sarebbe quella specie di globo luminoso al centro del cratere?”
“Signore, stando alle letture energetiche, credo che quello sia..”
“:..l’Uovo” disse Julia osservando con maggior attenzione l’immagine, e rubando la scena allo sciagurato scienziato della Aktion che stava probabilmente per dire la medesima cosa.
“L’Uovo? È impossibile! L’ho distrutto io stesso quando l’intera popolazione era rinchiusa nei bozzoli” disse Big JIm, appena rientrato dalla ronda sul perimetro.
“Mi dispiace contraddirti Jim ma quello è l’Uovo” disse Hector “E se non è l’originale deve trattarsi di una copia, uguale in tutto e per tutto.”
“Ma se quello è l’Uovo da cui è nata la Cupola vuol dire che abbiamo una possibilità di uscire da qui. Una possibilità di fuggire”. Era stata Norrie a parlare, che fino ad ora si era sempre tenuta in disparte ma, vedendo che tutti rivolgevano la propria attenzione a lei, Norrie-Fronte-Larga proseguì “Joe mi ha spiegato che l’Uovo è la chiave per buttare giù la Cupola. Il marchingegno che sta costruendo per Christine si basava totalmente sull’Uovo”
Il silenzio calò nella stanza, ma tutti sapevano esattamente cosa dovevano fare se davvero si trattava dell’Uovo. “Preparatevi” disse con voce imperativa Hector rivolgendosi a Big Jim e gli altri “Mobiliterò immediatamente una squadra di recupero perchè si rechi sul posto e raccolga il pacchetto. Rotang, a rapporto”
Dall’altra stanza arrivò a passo svelto Rotang14, capitano della squadra tattica della Aktion che aveva seguito Hector attraverso la Porta Rossa. Il soldato si avvicinò, con il fucile già caricato in spalla, pronto a ricevere istruzioni.
“Rotang” disse Hector “raduna la tua squadra e preparati a partire. Dovete recuperare l’Uovo, situato in un campo a 4 chilometri da qui in direzioni nord-ovest. Dovete essere veloci e letali se necessario perchè non saremo gli unici interessati al recupero e la Comunità non avrà certo intenzioni amichevoli. Tutto chiaro?”
“Sissignore” disse Rotang scattando sull’attenti “Partiremo immediatamente mentre qui inizierete le procedure di evacuazione. Uomini, con me!”
Come un fiume in piena la squadra tattica partì, capitanata da Rotang14 e composta da Charlz94, Enigma86, MrDarkFlame, Peppe995, BT-byte e trequattrotre, l’aggiunta più recente alla squadra. La squadra si mosse velocemente e scomparve tra gli alberi e la bassa boscaglia mentre nel QG tutti cominciavano a predisporre i bagagli per la fuga
Municipio di Chester's Mill - Ore 05:58 AM
Nello stesso momento, nel municipio di Chester’s Mill, Christine aveva appena spiegato la situazione a Junior e a Sam. Il suo legame con la Cupola le permetteva di percepire la presenza di questo Uovo senza aver bisogno dell’aiuto di alcun satellite.
“Junior raduna una squadra e inviala sul posto. Sai bene che quell’Uovo è essenziale per la nostra sopravvivenza. Non deludermi” disse Christine senza neanche rivolgersi direttamente al figlio di Big Jim ma limitandosi ad osservare un punto lontano fuori dalla finestra, forse assorta in altri pensieri.
“Provvedo subito” rispose velocemente Junior, dirigendosi altrettanto velocemente fuori dall’ufficio per radunare gli uomini migliori.
“E io?” chiese Sam “Cosa devo fare?”
“Dovrai proteggere la Regina, Sam. Anche in questo momento non è da escludere che la Resistenza voglia attentare alla sua vita e, quando finalmente uscirete da qui, avrete bisogno di una guida”
“Farò il possibile” disse Sam congedandosi e uscendo velocemente dall’ufficio, diretto alle stanze della Regina.
“Gli eventi hanno preso una piega inaspettata. Sei pronto Big Jim? Sei pronto a correre per la tua vita?” disse fra sé e sé Christine guardando in lontananza una zona della Cupola calcificarsi lentamente
Junior, scendendo di corsa le scale, trovò subito chi stava cercando e, con un cenno della mano, richiamò la sua attenzione e gli andò incontro
“Dio_brando ho bisogno di te. Raduna un gruppetto di uomini affidabili e dirigiti subito alla fattoria del vecchio Russell. Christine vuole che recuperiate un Uovo che è appena caduto in uno dei suoi campi”
“Va bene Junior, ho gli uomini giusti per questo lavoro” disse, quasi vantandosi, Dio_brando che immediatamente si diresse verso l’uscita fischiettando la “canzone della Cupola”
“E, Dio_brando,” disse Junior mentre l’altro stava quasi per varcare il portone d’ingresso “ricordatevi le armi. La Resistenza deve aver di sicuro notato qualcosa”
“Contaci” disse Dio_brando che, varcando il portone d’ingresso, venne inghiottito dalle prime luci del mattino
I membri della Comunità riuscivano quasi a sentirlo, nella loro testa, il richiamo dell’Uovo e per loro fu una passeggiata trovarlo. Lentamente, nascosti tra gli arbusti e brandendo fucili e pistole, la squadra di Dio_brando si avvicinò al limitare del bosco e vide, poco più avanti, l’Uovo, placidamente appollaiato al centro del cratere creato dall’impatto. Guardandosi intorno Dio_brando controllò velocemente che gli altri fossero tutti in posizione. Vide Clau78 e Vlader nascosti dietro ciò che restava di un albero caduto, Dadav98 appollaiato dietro un cespuglio, Clank270 protetto da alcuni grandi massi mentre Faso e panz1 erano i più vicini al campo, nascosti solo da qualche fronda. Tutti intercettarono la sua veloce occhiata e tutti gli risposero con un cenno d’assenso. Quando Dio_brando stava per ordinare alla squadra di proseguire, uscendo allo scoperto, alcuni rumori in lontananza, seguiti dal fischiare delle pallottole, tradirono la posizione della squadra della Resistenza mentre il loro attacco a sorpresa si rivelava un fallimento
Due squadre avversarie sui lati opposti del campo e l’Uovo, la chiave per poter uscire dalla Cupola, che aspetta l’arrivo del vincitore che verrà a reclamarlo. Mentre tutte le armi scattavano e le sicure venivano rimosse anche la Cupola cominciò a tremare e, lentamente, inizio a restringersi. Con il sole ormai sorto all’orizzonte la battaglia finale si apprestava ad iniziare.
TotoDome 2x14 - "The light in sky are all stars" - SEASON FINALELa battaglia imperversò senza sosta per diverse ore mentre i due schieramenti si affrontavano senza esclusione di colpi, decisi a giocarsi il tutto per tutto pur di riuscire ad ottenere quella che a tutti gli effetti poteva essere la chiave per la libertà. Quando il sole stava ormai per tramontare, mentre la Cupola continuava la sue lenta marcia di morte, restringendosi sempre più e ormai quasi del tutto calcificata, il suono delle esplosioni di colpo cessò e mentre il fumo sollevato da alcune granate andava via via diradandosi un’ombra veloce si diresse verso il centro del cratere.
Spostando senza troppi riguardi alcuni cadaveri Dio_brando87, l’uomo che aveva guidato l’assalto della Comunità, si mise il fucile in spalla e, dopo aver indossato dei guanti, collocò l’Uovo in una scatola (non più grande di una scatola per sigari) che poi infilò nello zaino che portava in spalla. Una volta uscito dal cratere richiamò a sé i membri della Comunità sparpagliati nella zona, tutti malconci e con ferite più o meno gravi, ma comunque vivi. Lo stesso, invece, non si poteva dire dei membri della Resistenza, i cui corpi giacevano in posizioni alquanto innaturali e di alcuni si riconosceva a malapena un arto o due. Alcuni ancora boccheggiavano a fatica mentre sentivano le forze abbandonare il corpo, consapevoli che la fine era ormai vicina.
Mentre la squadra della Comunità si allontanava, diretta al Municipio, trovò, sul suo cammino, Rotang14, che era riuscito a trascinarsi fino ad un tronco ,dilaniato da un esplosione, e dove
si era appoggiato a fatica, sorreggendo con il braccio buono quello che una volta era il suo braccio sinistro, portatogli via da una granata. Dio_brando lo vide, e sorrise per la condizione in cui era ridotto quel povero omuncolo. Quando Rotang lo vide arrivare cercò di impugnare la pistola ma il suo avversario fu più veloce e un singolo suono secco si propagò attraverso la foresta, mentre il gruppo della Comunità si allontanava, lasciandosi alle spalle solo una scia di morte
Quando Dio_brando e gli altri arrivarono in vista del Municipio erano convinti del fatto che gli altri li avrebbero probabilmente accolti come degli eroi, e forse la Regina stessa li avrebbe ringraziati, ma la scena che si trovarono davanti era di tutt’altro tipo. Dal Municipio si propagavano fiamme alte diversi metri e un’intera ala dell’edificio era crollata a causa del fuoco mentre, sul prato, un sparuto gruppo di persone cercava di estinguere le fiamme con quel poco che avevano tra estintori, acqua e coperte. Vedendo cosa stava succedendo Dio_brando affrettò il passo e trovo, tra i pochi all’esterno, Sam, coperto di fuliggine e abbastanza malconcio.
“Cosa diavolo è successo?” chiese Dio_brando
“La Resistenza! Mentre eravate impegnati nel recupero dell’Uovo un gruppetto ha assaltato il Municipio, piazzando alcune cariche esplosive ed uccidendo molti dei nostri. Al momento anche Christine risulta dispersa, forse addirittura morta” rispose Sam, con voce grave, tossendo di tanto in tanto per liberarsi i polmoni dal fumo
“Come faremo ad uscire da qui? L’Uovo è nostro ma senza la nostra Regina siamo persi” e nella voce di Dio_brando si percepiva la preoccupazione che aumentava sempre più
“Non lo so” rispose Sam, cupo in viso “Non so proprio dirti cosa succederà”
Quando era ormai notte fonda le fiamme si spensero da sè, non trovando più nulla che valesse la pena bruciare sul proprio cammino, ma la Comunità aveva ben altre preoccupazioni al momento.
Tutti i superstiti, che avevano affidato la propria sopravvivenza a Sam e Dio_brando, si erano riuniti sul prato antistante l’edificio e osservavano, nella speranza di capire come funzionasse.
“Forse dovremmo scuoterlo” stava dicendo qualcuno. “Scuoterlo? Ma ti sembra un consiglio intelligente?” gli rispose qualcun altro. “Proviamo a lanciarlo verso la Cupola” suggerì una donna di mezza età. “Lanciati tu verso la Cupola, magari funziona” rispose lo stesso uomo che aveva poco fa consigliato di scuotere l’uovo.
“Fate silenzio!” urlò Sam “Non è litigando tra noi che riusciremo ad uscire da qui vivi. Bisogna fare qualcosa”
Le ore passarono e arrivò l’alba di un nuovo giorno, l’ultimo per la Comunità. Nessuno sapeva cosa fare, e senza la guida della Regina tutti avevano gettato la spugna. Ormai la Cupola era totalmente calcificata e la mancanza di ossigeno aveva già fatto le prime vittime. Ma come se questo non fosse abbastanza la Cupola si era ormai ristretta quasi del tutto, distruggendo tutto ciò che trovava sul proprio cammino.
Dio_brando era uno dei pochi membri della Comunità ancora in vita, ed era fortemente intenzionato a sopravvivere. Abbandonando gli altri al proprio destino prese l’Uovo e si diresse verso il bordo della Cupola, certo di riuscire a trovare una soluzione, mentre il sole calava all’orizzonte e la notte avanzava veloce.
“No! Io vedrò l’alba di domani. Non posso morire qui, in questo buco di paese senza riuscire almeno per un’ultima volta a vedere le stelle dall’esterno di questa prigione” pensò tra sè e sè Dio_brando.
Tentò, tentò e tentò ancora ma sembrava tutto inutile e ormai l’aria all’interno della Cupola era così poca che anche lui faceva fatica a reggersi in piedi; mentre sentiva le ultime forze abbandonarlo, si appoggiò al bordo della Cupola cercando di reggersi in piedi e poi, stremato, si accasciò per terra. La sua vista era ormai del tutto offuscata e lui era ormai pronto ad incontrare il creatore (“Ma ce ne sarà davvero uno?” si chiese) quando, all’improvviso, un braccio comparse alle sue spalle, attraverso la parete della Cupola, e una mano lo trascinò a sé, all’esterno.
Quando Dio_brando cominciò a respirare con regolarità, sentendo sulla pelle una leggera brezza, sgranò gli occhi, convinto di essere morto o comunque in preda alle allucinazioni. Sgranando gli occhi vide sopra di lui un cielo ricoperto di stelle e davanti, distante qualche centinaio di metri, la Cupola, ormai ristretta quasi del tutto che aveva ormai portato a termine la sua marcia distruttiva. Era vivo, era vivo e all’esterno ed era seduto o, per meglio dire, trascinato e non aveva più l’Uovo con sè. Lo aveva perso? Che importanza poteva avere? Era salvo, anche se non sapeva bene come aveva fatto a salvarsi. Cercò di guardare alle sue spalle, per vedere il volto del suo salvatore, ma riuscì solo, grazie al chiarore della luna, a vedere che la misteriosa figura era un uomo di bianco vestito.
Dopo altri duecento metri il misterioso uomo si fermò vicino ad un SUV nero, parcheggiato dietro un cartellone stradale, al riparo da sguardi curiosi. Dio_brando, che cominciava a sentirsi meglio era pronto ad alzarsi in piedi, intenzionato anche a ringraziare il suo salvatore quando l’uomo vestito di bianco lo colpì alla nuca, intenzionato a fargli perdere i sensi. Un colpo però non basto (forse perchè Dio_brando ha la testa dura?) e così l’uomo lo colpì ancora, ancora e ancora e, alla fine, lo caricò a bordo del SUV su uno dei sedili posteriori. Dio_brando non sapeva chi fosse quell’uomo, né cosa voleva da lui ma non aveva modo di contrattaccare. Mentre veniva caricato di peso in auto quando era ormai sul punto di svenire gli sembrò di scorgere, sul sedile in fianco al suo, un’altra persona, svenuta e legata. Prima però di poter realizzare appieno la cosa perse del tutto i sensi, non sapendo se ciò che aveva visto era reale oppure no.
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Direttamente dal World Wide News datato 8/09/2015
E ricordate: i post (e tutte le info) riguardanti la trama che abbiamo avviato per le TotoSeries verranno marcati con un punto esclamativo su sfondo giallo, o comunque verrano segnalati in qualche modo visto che non riesco a inserire il punto esclamativo 
Nb: Leggete attentamente 
E così siete tornati qui per un'altra storia?
L’ultima volta avevamo lasciato alcune faccende in sospeso, una al porto di Saint Louis, dove i TotoHelixisti capitanati da Pergo avevano distrutto il gruppo dei Sopravvissuti durante uno scontro in mare, l’altra a Chester’s Mill dove Resistenza e Kinship si erano affrontate in uno scontro senza esclusione di colpi per poter uscire vivi dalla Cupola.
Una cosa accomuna queste vicende, all’apparenza così lontane ma invece incredibilmente vicine: in entrambi i casi abbiamo un solo sopravvissuto.
Ma non è questa la domanda che tutti dovreste porvi, la vera domanda è: come è possibile?
Come è possibile che le stesse persone fossero in due punti diversi della Terra? Come è possibile che alcuni siano morti due volte e che uno sia morto a Saint Louis ma uscito indenne a Chester's Mill?
La spiegazione è tanto semplice quando banale, ovvero i due avvenimenti sono ambientate in un arco temporale diverso: Saint Louis risale al Settembre 2015, mentre Chester's Mill è di qualche mese dopo, anche se non possiamo sapere con certezza la data esatta.
Dunque cos'è successo in questo arco di tempo? Cosa ci sfugge?
Torniamo agli attimi dopo lo scoppio della USS Nathan James al porto: Peppe995 era stato portato via in auto da un misterioso individuo vestito di bianco, mentre il gruppo dei TotoHelixisti, unici sopravvissuti allo scontro finale, era stato fatto saltare in aria assieme alla USS Skoll.
Ora che ho la vostra attenzione, dopo aver suscitato la vostra curiosità, ditemi: volete seguire le tracce lasciate dall’individuo misterioso o volete sapere cosa è successo nel porto di Saint Louis subito dopo l’esplosione?
Scegliete, ma scegliete con attenzione.
[to be continued]
La storia prosegue 
1x01 - Punto di Rottura
Regia di Clank270, Panz1, Rotang14
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Ore 15:00 - 7 settembre 2015
Il capitano Travis era ormai da 3 anni uno degli elementi di punta della “Fox Hound”, una
misteriosa agenzia militare privata alle dirette dipendenze del loro ancora più misterioso
finanziatore, la “Sirta Foundation”. Aveva deciso, di ritorno dall’Iraq dopo una missione congiunta
delle forze speciale USA, che l’esercito americano non era più un posto adatto a lui e, vedendosi
ormai privato di qualsiasi possibilità di fare carriera, aveva rassegnato le sue dimissioni e, alcuni
mesi dopo, aveva trovato impiego proprio presso Fox Hound. E ora, dopo 3 anni di servizio e
diverse missioni portate a termine con successo, si trovava su suolo americano per portare a
termine una missione di cui neanche lui riusciva ad intuire la portata.
Avevano ricevuto l’incarico il giorno prima e. come al solito, i piani alti erano stati abbastanza
criptici riguardo il motivo di questa incursione su territorio nazionale; di solito si tenevano ben
lontani da quella che era la giurisdizione degli Stati Uniti, anche per evitare grane burocratiche.
Questo incarico però aveva priorità elevata e tutto doveva essere gestito con il massimo riserbo,
anche perchè uno degli obiettivi della missione includeva la distruzione di una nave della marina
americana.
Nonostante le poche ore di preavviso Travis e la sua squadra erano riusciti a fare un lavoro più che
dignitoso e non avevano incontrato contrattempi di alcun tipo, riuscendo anche a portare a termine
la missione prima della scadenza prevista. Alle 3 del pomeriggio si trovavano però ancora sul
luogo dopo aver ricevuto nuovi ordini dalla Sirta: avrebbero dovuto recuperare tutti i corpi,
mettendo in una sorta di stasi eventuali sopravvissuti, e caricarli su alcuni mezzi da trasporto in
arrivo alle loro coordinate che avrebbero poi fatto rotta per qualche struttura segreta nascosta oltre
il circolo polare artico.
Per quanto Travis odiasse questi cambi di programma attuati all’ultimo secondo era pur sempre un
soldato e doveva obbedire ma la cosa che veramente lo preoccupava era la presenza in zona del
Colonnello White, e il fatto che anche lui fosse lì gettava ulteriori ombre su tutta questa vicenda.
Alcuni uomini della squadra di Travis giuravano di aver visto il colonnello insieme ad una squadra
speciale in uno dei vicini capannoni abbandonati. Il capitano sapeva che, una volta che i veicoli da
trasporto fossero ripartiti avrebbe dovuto fare rapporto proprio a White, uno dei militari di rango più
elevato all’interno di Fox Hound oltre che operativo alle dirette dipendenze dei capi della Sirta; se
c’era un problema era lui che la Sirta inviava, e non aveva mai fallito.
Mentre si dirigeva verso il centro di comunicazioni mobile Travis non riusciva a pensare ad altro
che a White e alla sua implicazione in tutta questa vicenda. “Mi chiedo cosa possiate aver mai
combinato voi altri per dare così fastidio alla Sirta Foundation” penso tra sé e sé Travis mentre
guardava alcune capsule di stasi che contenevano i corpi di alcuni membri in fin di vita della USS
Skoll.
Travis entrò a passo deciso all’interno del centro di comunicazione dove un soldato semplice, dopo
aver fatto il saluto gli porse un ricevitore: “Signore, una comunicazione prioritaria per lei dal QG”
Il capitano prese il ricevitore non capendo cosa potesse volere ancora il QG da lui ora che era
White a supervisionare l’intera operazione
“Qui Travis”
“Capitano, qui è Mother Base. Mi fornisca il suo codice d’identificazione”
“ZUK-643#”
“Codice confermato. La sua chiamata sta per essere reindirizzata. Attenda”
Se la chiamata proveniva direttamente dalla base di Fox Hound non potevano essere buone
notizie, ma Travis non riuscì a pensare alle possibili implicazioni perché il suo interlocutore all’altro
capo del filo cominciò a parlare
“Capitano, la ringrazio per aver risposto in maniera così celere alla mia chiamata anche dopo aver
ricevuto ordini inaspettati e inizialmente non inclusi nell’ambito della missione. Allo stato attuale
sarà già al corrente della presenza sul luogo del Colonnello White e la mia chiamata non serve
tanto a chiarire il perchè della sua presenza ma la contatto perchè ho una nuova missione da
affidarle”
“La ascolto, signore!”
“Una volta ultimate le operazioni di recupero dei corpi dei membri dei due gruppi noti come “Team
TotoHelix” e “Sopravvissuti” lei ha l’ordine di assistere personalmente il colonnello White in una
missione i cui obiettivi rimangono tutt’ora top secret. Sarà il colonnello, quando egli lo riterrà
opportuno, ad informarla sui reali scopi della missione. La sua squadra invece farà ritorno alla
base…”
“Ho capito, signore, ma..”
“Nessun ma, capitano, questi sono i suoi nuovi ordini. Ci aspettiamo che lei siano in grado di
eseguirli. Mother Base, passo e chiudo”
Ore 17:30 - 7 settembre 2015
Prima le nuove direttive, poi l’arrivo del colonnello White e, come se non fosse già abbastanza,
anche questi nuovi ordini direttamente da Mother Base; Travis non riusciva certo a vedere il
quadro completo della situazione ma sapeva per certo che qualcosa di grosso bolliva in pentola.
I mezzi da trasporto avevano recuperato tutti i corpi ed erano appena ripartiti verso la loro ignota
destinazione tra i ghiacci del Polo Nord quindi, per lui, era arrivato il momento di fare rapporto al
colonnello
Mentre il sole all’orizzonte tramontava il capitano si diresse verso uno dei capannoni abbandonati,
nella zona periferica del porto, dove il colonnello attendeva il suo arrivo e, mentre procedeva a
passo di marcia, lasciandosi alle spalle l’accampamento e la sua squadra, riusciva a sentire in
lontananza l’eco dei motori dei VTOL a decollo verticale che si dirigevano verso nord.
Opzione A: Seguire i VTOL, e il loro carico
Opzione B: Seguire le vicende del capitano Travis