Non pensavo che su questo forum esistesse la figura del lamentatore di professione.
The Walking Dead è ispirato all'omonimo fumetto che è imperniato molto sulla caratterizzazione psicologica dei personaggi e della loro lenta e ineluttabile trasformazione in un mondo in cui gli esseri umani sono diventati una specie praticamente estinta e all'ultimo gradino della scala alimentare, da che erano i predatori dominanti.
Immaginiamoci un mondo in cui quasi 7 miliardi di persone muoiono, ritornano e cominciano a mangiare i vivi. Nessuno è in grado di spiegare razionalmente il nuovo mondo né ha idea di come affrontare veramente la situazione e ogni evento assurdo e inaspettato è vissuto senza logicità. Tutte le certezze crollano miseramente mentre ci si illude che il mondo possa tornare come prima, la brutalità e la lotta per la sopravvivenza prendono il sopravvento su una vita che fino al giorno prima era comoda e opulenta.
Cosa fa una persona quando c'è qualcuno dietro l'angolo che vuole mangiarla? Cosa fa una persona quando fino al giorno prima comprava il cibo al supermercato e ora deve procurarselo come l'uomo delle caverne? Cosa fa una persona quando la sua soppravvivenza è fortemente minacciata? Scappa e cerca un rifugio, un luogo sicuro che possa offrirgli una parvenza di sicurezza e, quando lo trova, cerca di tenerselo stretto. Quando ti accorgi che le città sono popolate dagli zombie (S01E01), non c'è nessuno che possa proteggerti o curarti (S01E06), gli altri sopravvissuti sono disposti a tutto per tirare avanti (S01E04) e il posto isolato che avevi scelto è diventato il banchetto dei walker (S01E05), allora una fattoria sgangherata abbastanza isolata con acqua potabile, cibo e addirittura l'elettricità (S02E02) diventa il paradiso ed è lì che vuoi mettere radici, sapendo che lì fuori c'è solo orrore e disperazione. Chiunque di noi, in uno scenario apocalittico del genere, farebbe la stessa cosa. Facendo il parallelismo con il fumetto, Rick e il suo gruppo trascorrono un tempo relativamente lungo nella fattoria prima di abbandonarla (e dopo inizierà la vera catastrofe).
Quando ormai la tua vita è stata completamente stravolta, stai cercando di capire qual è adesso il tuo posto nel mondo (ammesso che ve ne sia uno) e cosa dovrai fare per sopravvivere, non te ne vai in giro a dare la caccia agli zombie o a metterti nei guai, cerchi di rimanere nel posto che ti sembra il più sicuro e fai di tutto affinché il falso senso di sicurezza e la pace forzata con gli altri non svaniscano nel nulla, anche a costo di compiere scelte palesemente insensate come radunare gli zombie in un fienile (S02E07). E cosa fai durante tutto questo tempo? Cerchi di vivere insieme agli altri, cerchi un dialogo e una convivenza con chi ormai sta sviluppando psicosi, comportamenti stupidi e illogici in seguito alle continue PTSS (sindrome da stress post-traumatico) che il nuovo mondo continua a sottoporre. E tutto questo non puoi mostrarlo in mezzo episodio, altrimenti ti ritrovi Shane sbroccato, Dale seminatore di zizzania, Lori aggrappata a ogni stupidaggine perché non accetta il nuovo mondo, Rick capobranco dubbioso con il complesso messianico, senza avere la minima idea di come abbiano fatto i personaggi ad arrivare a quel punto.
I morti che camminano (the walking dead) sono i soppravvissuti e non gli zombie perché ogni giorno che passa qualcosa in loro muore definitivamente, ma sanno che devono andare avanti, anche se per loro non c'è futuro, perché non vogliono trasformarsi nel demone che stanno combattendo.
Il tempo che scorre lentamente, i dialoghi interminabili e spesso banali, la ricerca di una bambina di cui nessuno voleva accettarne la morte (Sophia era diventata la metafora del lieto fine e della vita illusoria che i personaggi avevano costruito) sono l'unico espediente rimasto per chi si ostinava a rimanere cristallizzato in una situazione quasi irreale piuttosto che fare i conti con la più cupa disperazione che ogni tanto l'inconscio lasciava emergere.
D'ora in avanti, la vita dei personaggi sarà una continua e lenta caduta nel baratro intervallata dal pendolo di Schopenhauer che oscilla tra la monotona attesa dell'inevitabile e l'ineluttabile disperazione della catastrofe.
Dispiace molto che alcuni frequentatori del forum non abbiano colto questi aspetti importanti e si siano limitati alle critiche sterili e infantili piuttosto che concentrarsi sulla storia in sé.
PS: la scarsità di walker è dovuta al fatto che i personaggi si trovano all'interno di un'area rurale che, già di suo, era poco popolata (quando vanno in città o comunque in zone residenziali, i walker tendono ad aumentare).
PS: all'inizio della prima stagione i walker saltano i cancelli, corrono, usano pietre per sfondare le vetrate e girano addirittura i pomelli delle maniglie, mentre altri sono lenti e "stupidi".
PS: non c'è ancora la carestia perché è piena estate, sono passati pochi mesi dalla pandemia, e quindi il problema delle provviste non si è fatto sentire.