Ottimo ritorno. Una puntata che può essere riassunta senza problemi nella parola sospensione, questa ottava puntata è una sorta di enorme lente d'ingrandimento che va a focalizzarsi sull'immediato dopo apertura del fenile.
L'eccellente lavoro svolto nei primi sette episodi, il saper finalmente dare corpo a personaggi fino ad otto puntate fa vuoti permette di gustarsi al meglio questo ottimo episodio, di empatizzare al meglio con lo stato di sospensione in cui vivono.
È un passaggio, un varco obbligatorio da attraversare per entrare nella parte finale della stagione.
Qualcosa si è rotto ormai, non c'è più fiducia, nessuno sa in cosa credere ormai, lo stesso gruppo si sta sfaldando: grande Dale per come non si fida di uno Shane sempre più instabile e psicopatico. Superbo Rick e i suoi tormenti da leader, dal non riuscire a tenere sicuro il gruppo, che cerca in ogni modo il bene per tutti e di rimanere alla fattoria, nonostante Shane tenti in ogni modo di rovinargli sempre i piani.
Ottimo inserimento di altri personaggi che oltre a confermare che la fattoria è e resta l'unica oasi sicura in tutto il mondo dimostra che anche Rick sa essere spietato, ma lo fa perché i due nuovi arrivi (e qualcosa mi dice che ci sono altri ad aspettarli fuori dal bar) sono un reale pericolo per il gruppo, altro che un gruppo di zombie tenuto sottochiave nel fienile.
Dunque 8 per un episodio non molto adrenalinico, ma estremamente teso e focalizzato a costruire le basi per il futuro, a destabilizzare sempre di più una situazione che era già una polveriera.
Certo, mancava l'azione e una direzione ufficiale su dove andare a parare, ma la puntata funziona nello scopo che aveva quando è stata creata: concludere e andare oltre dopo le prime sette puntate, creare le basi per la fine della stagione e lanciarci nella prossima.
Missione riuscita, ottimo ritorno di The Walking Dead e tanta curiosità di vedere come andrà a finire, temendo per la sorte di tutti.