Riprendo un attimo la diatriba dei commenti precedenti solo perchè credo di essere riuscito a dare un nome all'insoddisfazione generale che mi prende guardando questa serie: manca totalmente l'epicità che dovrebbe caratterizzare una serie fantasy "classica".
I personaggi possono funzionare o no, le storie possono essere avvincenti o meno, però il mondo in cui i protagonisti si muovono ed agiscono DEVE esserci perchè, per come la vedo io, l'ambientazione è una componente fondamentale del genere fantasy.
Tolti i voli di drone sui meravigliosi paesaggi neozelandesi, questo mondo non lo percepisco: non riesco a figurarmi le distanze tra i vari luoghi, non riesco nemmeno a posizionarli geograficamente.
Dov'è Paranor? E Arborlon? E il villaggio di Will? E il covo dei briganti? E la base dei demoni? E l'obiettivo dei nostri tre eroi?
Non so, ma io vedo una grande confusione, in cui mi pare che i nostri protagonisti si muovano a casaccio, sempre nello stesso boschetto (anche Perk ne è convinto, visto che regala il fischietto a Will: già sa che non si sposterà di molto. Gh!). Magari è un problema solo mio, ma mi mancano le mappe e il senso del viaggio come avventura.
Se in una serie come GoT, ad esempio, la cosa poteva tranquillamente essere ignorata, tanto di azione vera ce n'è ben poca e quasi tutto si svolge tra le mura di palazzi, qui invece per me è fondamentale.
Ma non è solo la geografia che manca: pure la storia difetta.
Il background precatastrofico è appena abbozzato: in pratica tutto quello che sappiamo ce lo rivela la sigla.
Nei libri non era certo una parte fondamentale, ma Brooks si era preoccupato di raccontare per bocca di Allanon stralci di storia passata, anche al solo fine di inquadrare meglio il presente e dare il senso a determinate scelte dei personaggi.
E' quella stratificazione storico-culturale che serve a rendere più "vero" il mondo in cui si agiscono i protagonisti: una sorta di "fossili culturali" che aiutano a dare spessore al presente.
Qui non percepisco nulla del genere, mi sembra tutto appiattito in un indefinito "oggi" senza caratterizzazione.
E, ripeto, non bastano i reperti del mondo passato a colmare la lacuna: peccato ad esempio che il siparietto Amberle-Eretria nella scuola sotterranea non sia stato utilizzato in questo senso.
Un altro esempio è la famigerata "Confederazione" stanziata a Callahorn, che viene spesso citata.
Nel libro non aveva bisogno di presentazioni, perchè la conoscevamo benissimo dai tempi della Spada, ma qui è solo un nome che non dice nulla. Magari alla fine non avrà alcun ruolo, ma allora perchè citarla, visto che risulterà comprensibile solo ai lettori dei libri?
Magari se perdessimo meno tempo in digressioni sui tormenti dei personaggi (che restano comunque "bipolari" e che non progrediscono in una direzione precisa), forse lo troveremmo per colmare questi che io considero buchi veri e propri.
Restando sull'episodio, segnalo solo i picchi narrativi:
- il riempitivo dell'elfo con l'orecchio mozzo, ovvero, come agire senza alcun tipo di piano
- Allanon che guarisce in un batter d'occhio e diventa LA PUTENZA, ovvero, come buttare il pathos nel cesso
- Will che arriva nel posto giusto al momento giusto con la bestiaccia alata, ovvero deus ex machina con gps integrato
- Amberle che stende il cacciatore con un colpo di album fotografico spesso mezzo centimetro, ovvero... ovvero.... boh, ma che c'è da spiegare? E' una minchiata e basta.
Vabbè, mancano un paio d'ore alla fine, per cui posso tener duro.
Dopodichè saluterò volentieri il mondo incantato di Shannara