sorvolare sulla miriade di cliffhanger senza risoluzione e red herring inseriti appositamente per farti pensare che Hugh Grant non possa essere il colpevole... La chiave credo stia nel discorso dell'avvocato dell'accusa, sul bias di conferma: per me l'intera miniserie è incentrata sul bias di conferma, non possiamo credere che un oncologo che ci viene mostrato così perfetto, affascinante, divertente possa essersi macchiato di un crimine talmente efferato (oltre al fatto che è assurdo che nelle serie di Kelley il marito della Kidman sia sempre il colpevole

)... Quindi ci inventiamo colpevoli più assurdi ma allo stesso tempo, nella nostra mente più probabili, perché il marito era il più semplice e ovvio da incolpare, ci viene detto da subito, ma non poteva essere quello giusto (si arriva a sospettare la protagonista, il figlio o il vecchio Sutherland, quando vediamo il martello nella custodia del violino o quando ripensiamo a Sutherland che va a sentirlo suonare, apparentemente senza motivo, sospettando che volesse sincerarsi che il nipote non l'avesse trovato nascosto)... Così pure noi, come la moglie, ci vogliamo ingannare e fornirci una spiegazione più sensata ai nostri occhi, invocando teorie astruse quando la realtà è semplicemente la più ovvia (rasoio di occam)... Da un certo punto di vista per il tema che tratta, forse un po' troppo sottotraccia, è quindi una serie estremamente attuale, tra Q e cospirazioni varie che dilagano nel mondo odierno... Il problema è che, una volta terminata, lascia un senso di insoddisfazione assurdo, saranno gli ultimi minuti un po' tirati via, saranno i vari buchi di sceneggiatura sparsi qua e là (voluti o no), ma alla fine mi è rimasta principalmente questa idea su cosa la serie volesse trasmettere e le pessime scene in aula: sono l'unico che crede servisse una sospensione dell'incredulità altissima per passare sopra a un processo gestito in modo così assurdo, quasi senza obiezioni quando le avrebbe sollevate chiunque, con un bambino alla sbarra mezzo torturato psicologicamente, immagini da rotten spiattellate davanti alla gente senza avvisarle... Boh, forse ho visto troppo Good Wife/Fight

PS: Nei primi episodi ero pronto ad elogiare la Bier per l'ottima regia che ti faceva davvero percepire la solitudine e le contraddizioni di NYC, poi negli ultimi episodi secondo me ha perso un po' la bussola (ripeto che il processo era quasi farscesco ai miei occhi) e, in una scena più concitata, la telecamera a mano mi ha quasi fatto venire la nausea, cosa che non succede mai, togliendomi dall'incantesimo dello schermo... Quindi alla fine sono ambivalente pure sulle scelte stilistiche, oltre che di sceneggiatura
