Finita

Da dove comincio?
Mi ero tenuto per ultime, nel mio recupero delle serie che non si possono non vedere,
Mad men e SFU. Se per la prima mi mancano ancora, fortunatamente, un paio di stagioni, qua sono giunto alla fine.
Mi è piaciuta tantissimo, nonostante avessi delle aspettative molto alte.
Che non sia una serie perfetta è già stato detto (basti guardare l'ultima puntata, David che prima vende e poi non vende più, Ruth che prima va a vivere con George e poi non ci va più, Claire che prima ha il lavoro a NYC e poi non ce l'ha più...insomma, stesso espediente narrativo ripetuto tre volte in un'unica puntata!). Sono già meno d'accordo che alcune storyline secondarie siano state deludenti, in quanto banali e/o monotone: se ti impegni a raccontare dettagliatamente le vite di un piccolo gruppo di persone, ci sta anche che tu faccia vedere momenti poco brillanti delle loro esistenze.
Allora, qual è il segreto del successo (non certo di pubblico

) di SFU? Credo sia semplicemente l'estrema attenzione nel tratteggiare il carattere delle persone di cui ci parlano, nei loro pregi e nei loro (soprattutto) difetti, ce li hanno resi così veri che ci sembrava di conoscerli da sempre, ci sembrava di far parte delle reciproche vite. Si chiama empatia, no? Per quanto mi riguarda, non è un caso che io mi sia sentito così solo al termine di un paio di serie altrettanto (o più) ricche di "imperfezioni" come
Sons of anarchy e
The killing. Ho dunque il sospetto, che vuole anche essere una piccola provocazione, che, nel tentativo di cercare la perfezione tecnica e narrativa, a volte si perda per strada la magia del rendere "veri" i personaggi. Chissà...
Personalmente ho sempre sentito vicino Nate, l'abbiamo conosciuto come un personaggio ottimista ed innamorato della vita e forse mi è piaciuto subito perché è esattamente ciò che vorrei essere io. E' strano dire che è il mio preferito perché, allo stesso tempo, riconosco anche che sia il personaggio peggiorato maggiormente durante la serie. Certo è che ha avuto la sciagura di trovare sulla sua strada Brenda (a sua volta scusabilissima, considerando la coppia di terribili genitori che l'hanno cresciuta...si veda anche il "capolavoro" con quel poveretto di Billy), troppo inquieta, troppo irrequieta, troppo analitica e di trovarsi in una faccenda più grande di lui, ovvero dover crescere la bimba improvvisamente da solo, lottando coi suoi demoni (che al momento erano tanti). Nate si era incattivito e, forse, poteva ritrovarsi proprio solo con Maggie, che io ho trovato dolcissima. Non so perché in molti l'abbiano trovata detestabile, ha sopportato palate di merda un po' da tutti (quando lei aveva mollato tutto per stare vicina ad un padre che fondamentalmente conosceva appena), a me, più che una gatta morta, è sembrata una santa...
Poi ci sono gli altri, ci sono David, Claire, Keith (che cambiava carattere ad ogni stagione, ma vabbé) e Ruth...ahhh, Ruth, quanto ho amato detestarti!

Un altro ingrediente del successo è l'aver azzeccato in pieno i personaggi ricorrenti, che hanno dato profondità ai protagonisti. Bettina è semplicemente fantastica (anche se per me la Bates rimarra sempre e per sempre quella di
Misery), Jenkins e Cromwell invece pure. Unica nota stonata, il personaggio di Mena Suvari (che per fortuna è durato poco...).
Mi interessa parlare di Rico: l'ho odiato subito per il suo bigottismo medievale e mi è scaduto ancora di più quando, da buon borghesuccio, se ne va in caccia di BJs dalla zoccola di turno. Però, alla fine, andandosene, ha ragione lui. I Fisher l'hanno sempre tratto con quel razzismo strisciante tipico degli anglo verso i latinos, diciamocelo (anche questo, se vogliamo, è un aspetto del telefilm curato molto bene). Quel "ti teniamo quasi per farti un favore" quando invece lo tenevano perché era molto più bravo di David nel fare il suo lavoro ed erano assolutamente dipendenti dalle sue capacità. Quindi non vedo di cosa dovesse essere riconoscente, verso una famiglia che non l'avrebbe mai accettato davvero. Giusto seguisse le sue ambizioni, tutto qua.
Il fast-forward, davvero toccante e, non so dirvi perché, davvero giusto mettere Claire al centro di tutto. E' bello, anche se ammazza-fantasia, sapere come evolveranno le vite di tutti. Ora sarò blasfemo, ma a me ha ricordato un pochino il finale di
. Non vogliatemene, eh?
Come chiudere il commento? Volevo dire che ritengo sia un'opera che parla essenzialmente di vita, e non di morte, ma ci siete già arrivati tutti prima di me. Allora chiudo con il dirvi, a quei due che avranno la pazienza di leggere, la mia sensazione una volta giunto al termine, che è quella sensazione che si prova quando si torna da una vacanza con gli amici. Ci si sente felici per l'esperienza magica appena vissuta, ma altrettanto tristi perché consapevoli che ognuno tornerà alla propria vita di sempre, sapendo che quella magia non potrà essere replicata (neanche con un rewatch completo

)
