E nonostante sai che in questa serie non arriverà mai, aspetti lo stesso il colpo di scena che regali un po di felicità a questi personaggi da tragedia decadente. Il colpo di scena non arriva, e cosi vedi Susan che ci lascia per sempre insieme a Nathaniel. E poi pensi che almeno il Capitano sia riuscito a salvarsi, a trovare un poco di serenità, ma neanche per sogno. Anche lui ci lascia. Neppure lui sfugge alla legge di Ripper Street.
L’unico a rimanere è lui, Reid. Schiavo delle sue ossessioni, del suo passato, e delle sue stesse tenebre, ma forse sono proprio queste cose a renderlo cosi coriaceo. E mentre quelli rimasti in vita – Mathilda, Drummond e la bella Mimi – scappano lontano da quell’angolo di inferno che è Whitechapel per cercare un poco serenità, e soprattutto per avere la possibilità di sperare, lui rimane. Anzi, sembra volersi immergere ancor più in profondità in quel pantano. Perché come disse lui stesso, nella passata stagione ha Whitechapel nelle vene. Ed io dico che lui è Whitechapel! E per questo è l’unico che gli è sopravvissuto.
E inizialmente, davanti a tutta questa tragedia, ci rimani male. Però poi – essendo ormai alla fine – capisci che la bellezza di questa serie sta proprio nella tragedia e nella decadenza. La potenza di questa serie sta nell’iniquità della vita, raccontata senza fronzoli e senza buonismi. La sua bellezza sta nell’uomo complesso e sfaccettato di Edmund Reid, che senza dubbio avrebbe meritato di stare al fianco di Nathaniel e Susan, eppure è sopravvissuto, e nonostante tutto, riesce a reggere al contraccolpo. La poesia di questa serie sta nelle scene finali che mostrano la solitudine sconfinata in cui Edmund si ritroverà da questo momento in poi, e lui come fosse una sorta di difesa – forse l’unica difesa – per superare tutto quanto si immerge completamente nel suo lavoro e quindi nei meandri di Whitechapel.
Diamo qualche voto:
- Questo episodio finale trova il suo successo non tanto nell’evoluzione nella trama, ma nelle emozioni che riesce a suscitare, e nel meraviglioso e decadente affresco che da dell’animo umano, della condizione umana e di un intero microcosmo qual è Whitechapel. A l’episodio do 8,5
- Questa stagione è stata leggermente inferiore alle precedenti, soprattutto alla 3° e alla 4°. Alcune soluzioni sono state poco eleganti, e alcuni passaggi troppo affrettati. Ad esempio il series finale doveva essere spalmato in due episodi, o in uno da due ore e mezza. Per quanto riguarda la qualità tecnica invece rimane di alto livello, e in perfetta linea con i miglior period drama della BBC. Alla stagione do 8
- La serie invece è una delle mie preferite. Me ne sono innamorata fin da subito. Ho apprezzato tantissimo i suoi personaggi, caratterizzati alla perfezione e mai scontati. Ho adorato tantissimo i dialoghi sempre curati, e mai banali. Ho amato le atmosfere, e il realismo con il quale ha raccontato le sue storie, evitando buonismi superflui. Tecnicamente ottima, in particolar modo è stata impeccabile la messa in scena, che porta lo spettatore proprio dentro la Londra vittoriana. Grandi tutti gli attori. Alla serie do 8,5
Mi mancherà tantissimo, comunque sono soddisfatta della conclusione che ha avuto, ed il viaggio che ci ha portati a quest’ultimo episodio è stato meraviglioso. Mi dispiace – e non riesco a capirne il motivo – che questa serie sia cosi poco conosciuta, perché obiettivamente non ha nulla da invidiare a molte serie blasonate, e soprattutto è nettamente superiore alla maggior parte delle produzioni commerciali e non attualmente in onda.