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Proposte & Domande / Re: Richiesta sottotitoli - Designated Survivor
« il: 16 November 2016, 09:42:23 »
Netflix sta distribuendo la serie con cadenza settimanale dal 6 novembre. In USA e Canada sono alla sesta puntata: non ha il ritmo di 24 e andrebbe bene se non fosse diluita in 22 settimane! E' molto valida: mi spiego. Niente spoiler ma evitate di leggere perché è una mia opinione e forse non interessa in questo thread:
7 novembre 2016
Designated Survivor è una produzione ABC con Kiefer Sutherland che dopo un attacco al Campidoglio, durante il discorso sullo stato dell'unione, diventa Presidente degli Stati Uniti. Nel caso della perdita dei vertici del governo si sceglie un membro dell'amministrazione e lo si porta in luogo segreto per garantire la continuità della catena di comando: Sutherland, un segretario non importante del governo in carica: si occupa della politica della Casa e dello Sviluppo Urbano, è il "sopravvissuto designato". La serie ha esordito su Netflix ieri, domenica 6 novembre, però negli USA le prime 5 puntate sono state già trasmesse. Nonostante ciò Netflix spezzerà la narrazione con una cadenza settimanale, è ovvio che chi vuole seguire lo show potrebbe, forse, magari, remota ipotesi, guardare le puntate dell'abc. Non mi sembra una mossa molto acuta, considerando che Netflix è la piattaforma che trasmette le serie in stagioni complete oppure divise in due blocchi (The Get Down). Il calo degli spettatori, da 10 milioni dell'esordio a 5,96 milioni della quinta puntata negli USA, è di certo imputabile alla distorta percezione che il pubblico gradisca seguire uno show di 22 puntate: ormai anche SKY trasmette The Young Pope in blocchi di 2 ore circa per settimana, contenendo la durata della narrazione. Ormai le serie TV sono diventate per milioni di persone, spesso anche lettori, una forma narrativa: non siamo più nell'Ottocento con Dickens che scriveva e pubblicava i suoi romanzi a puntate - e neppure negli anni '60 - '90 con i telefilm settimanali. Quando la storia si sviluppa orizzontalmente, e l'episodio non contiene mai una conclusione, seppur provvisoria, diventa difficile sostenere una visione che dura per mesi e mesi. Molte serie hanno, ancora oggi, linee di narrazione orizzontale, ovvero di puntata in puntata, e verticali, quando un argomento viene affrontato e concluso nella puntata stessa oppure al massimo in due: Person of Interest o The Blacklist. A seconda del tipo di narrazione prevalente è preferibile la divisione in settimane oppure abbreviare la durata: Netflix l'azzera quando rilascia un'intera stagione; è come avere a disposizione un romanzo e leggerlo quando si ha tempo. I racconti, oggi come anni fa, possono essere e sono pubblicati separatamente e poi riuniti. Per un romanzo questo esperimento - se tentato - fallisce. Da qui il calo degli spettatori per una serie con una narrazione orizzontale (romanzo) e non una verticale (racconti uniti da un filo conduttore).
7 novembre 2016
Designated Survivor è una produzione ABC con Kiefer Sutherland che dopo un attacco al Campidoglio, durante il discorso sullo stato dell'unione, diventa Presidente degli Stati Uniti. Nel caso della perdita dei vertici del governo si sceglie un membro dell'amministrazione e lo si porta in luogo segreto per garantire la continuità della catena di comando: Sutherland, un segretario non importante del governo in carica: si occupa della politica della Casa e dello Sviluppo Urbano, è il "sopravvissuto designato". La serie ha esordito su Netflix ieri, domenica 6 novembre, però negli USA le prime 5 puntate sono state già trasmesse. Nonostante ciò Netflix spezzerà la narrazione con una cadenza settimanale, è ovvio che chi vuole seguire lo show potrebbe, forse, magari, remota ipotesi, guardare le puntate dell'abc. Non mi sembra una mossa molto acuta, considerando che Netflix è la piattaforma che trasmette le serie in stagioni complete oppure divise in due blocchi (The Get Down). Il calo degli spettatori, da 10 milioni dell'esordio a 5,96 milioni della quinta puntata negli USA, è di certo imputabile alla distorta percezione che il pubblico gradisca seguire uno show di 22 puntate: ormai anche SKY trasmette The Young Pope in blocchi di 2 ore circa per settimana, contenendo la durata della narrazione. Ormai le serie TV sono diventate per milioni di persone, spesso anche lettori, una forma narrativa: non siamo più nell'Ottocento con Dickens che scriveva e pubblicava i suoi romanzi a puntate - e neppure negli anni '60 - '90 con i telefilm settimanali. Quando la storia si sviluppa orizzontalmente, e l'episodio non contiene mai una conclusione, seppur provvisoria, diventa difficile sostenere una visione che dura per mesi e mesi. Molte serie hanno, ancora oggi, linee di narrazione orizzontale, ovvero di puntata in puntata, e verticali, quando un argomento viene affrontato e concluso nella puntata stessa oppure al massimo in due: Person of Interest o The Blacklist. A seconda del tipo di narrazione prevalente è preferibile la divisione in settimane oppure abbreviare la durata: Netflix l'azzera quando rilascia un'intera stagione; è come avere a disposizione un romanzo e leggerlo quando si ha tempo. I racconti, oggi come anni fa, possono essere e sono pubblicati separatamente e poi riuniti. Per un romanzo questo esperimento - se tentato - fallisce. Da qui il calo degli spettatori per una serie con una narrazione orizzontale (romanzo) e non una verticale (racconti uniti da un filo conduttore).