ho adorato questa serie soprattutto per come è stata scritta. Non esiste una scena, un dialogo, una situazione che non siano stati assolutamente al servizio della narrazione, dell’evoluzione dei personaggi e, in ultima analisi, non siano stati funzionali alla costruzione del finale, che è l’unico possibile sbocco degli eventi (dal punto di vista di Joel, ma anche in senso più generale). Non sono affatto d’accordo con chi ha definito filler o perdite di tempo vari episodi centrali: niente di quello che vediamo è inutile, mentre lo è tutto ciò che non vediamo; a che sarebbe servito far vedere 5 o 6 lotte con gli zombi in più, a parte soddisfare la fregola di AZIONE? Prima di tutto, non siamo in un videogioco, e poi sappiamo che gli zombi esistono, siamo da 20 anni in una pandemia fungina: gli zombi fanno parte della
cornice del racconto, sarebbe esattamente come lamentarsi che non si vedono più alberi o più laghi montani. Stanno lì, e non sono
l’oggetto del racconto. O ancora, a che sarebbe servito vedere i mesi e mesi di viaggio a piedi di Joel ed Ellie? Nulla di importante per la storia avviene in quei mesi, a parte camminare, cacciare, dormire e uccidere qualche zombi qui e là, ciò che non viene mostrato può benissimo essere riempito dall’immaginazione dello spettatore, quindi non ci serve vederlo. Al contrario, noi vediamo solo ciò che è fondamentale per l’evoluzione del loro rapporto, quindi ciò che è fondamentale nella costruzione del finale. Metto in evidenza adesso due degli elementi che più sono importanti a mio avviso a questo punto, uno conosciuto dai personaggi e l’altro conosciuto solo da noi spettatori: 1) tra lo scoppio della pandemia da Cordyceps e l’inizio degli eventi nella serie passano vent’anni.
Vent’anni. E’ un intervallo di tempo ENORME, e la cosa che forse più mi ha sconvolto del primo episodio. Vent’anni sono praticamente una generazione, una quantità di tempo tale per cui è assurdo anche solo pensare che si possa tornare “indietro”, a un “prima”, una quantità di tempo che non può che deformare in modo irreversibile la civiltà umana, cosa che in effetti succede, visto che proliferano regimi paramilitari, violenze varie, crudeltà, anarchia, terrorismo, mercenari e banditi di ogni sorta; 2) epidemiologi e micologi esperti sanno benissimo che una cura o un vaccino per un’infezione fungina non esistono, punto (prologhi dei primi due episodi). “L’umanità ha sempre vinto davanti a virus o batteri, ma con i funghi? Perderemmo.” “Bombardate tutto.” Questo i personaggi della serie non lo sanno, ma è utile a noi spettatori ricordarlo quando un medico qualunque (un chirurgo? uno specialista? un ricercatore? chi? con quali esperienze e tecnologie?), dopo vent’anni, pensa che Ellie possa servire a trovare una cura al Cordyceps. La cura per l’infezione fungina non esiste, ed è da illusi pensare di ottenerla facendo a fette il cervello di una ragazzina. Una ragazzina la cui immunità è chiaramente un’anomalia frutto delle circostanze irripetibili della sua nascita (e Marlene, che ci punta tutto, è anche l’unica che può saperlo).
Tutto questo pippone per dire: il senso ultimo del viaggio di Joel ed Ellie non è trovare una cura al Cordyceps, perché questo è impossibile o al massimo piuttosto improbabile; il senso del loro viaggio si palesa nella consapevolezza che l’unica cura per l’umanità, intesa come “the last of us”, ciò che resta di noi come esseri umani, è trovare qualcuno da amare, da proteggere e di cui prendersi cura, altrimenti non vale affatto la pena vivere, soprattutto in un mondo come quello, deformato da vent’anni di pandemia al pari dei cervelli dei clicker. Questa è la cura, come viene detto anche da Bill nella sua lettera di suicidio (ed ecco perché quell’episodio è importante e non va visto come un riempitivo) e anche se Joel produce una strage per motivi forse più istintivi (“non perderò certo un’altra figlia perché voi possiate
tentare di trovare una cura”), nel suo cuore e nel suo animo si agitano decine di altre considerazioni: vale davvero la pena rinunciare a qualcosa di tanto bello per salvare degli esseri umani di merda? Essere immuni al Cordyceps non è forse solo mezzo problema in meno in mezzo a cinquecento altri? Se capiti in mezzo a un’orda di Infetti, quelli possono benissimo dilaniarti e farti a pezzi (il bloater nell’episodio 5 mi pareva non solo resistente ai proiettili, ma pure capacissimo di staccare una testa umana dal torso con la sola imposizione delle mani… che te ne fai dell’immunità a quel punto?), per non parlare della FEDRA o degli anarchici o dei banditi, che certo sarebbero prontissimi a farsi da parte e a ristabilire l’ordine civile delle cose una volta trovata “la cura”… e poi: Ellie stava per dare la sua vita per salvare la mia: anziché abbandonarmi al freddo a dissanguarmi, mi ha ricucito, curato e ha attirato su di sé dei banditi per sviarli da me, rischiando di essere stuprata e uccisa. Ha curato ferite dentro di me che nemmeno Tess o lo scorrere del Tempo hanno mai guarito. Non resterò fermo mentre qualcosa di tanto prezioso viene sacrificato in nome di… niente.
Le storie di Bill e Frank, e di Henry e Sam, rafforzano in Joel ciò che lui forse ha sempre saputo, un imperativo in nome del quale è disposto a passare sopra a qualsiasi altra cosa (già nel primo episodio, a poche ore dallo scoppio della pandemia, quando in macchina lui e Tommy incrociano una famiglia appiedata che chiede aiuto, e Tommy vuole accostare – perché lui è un idealista, e su questo torno dopo – Joel grida: “Non farlo! Passerà qualcun altro” “Ma hanno un bambino!” “Anche noi!”). Cosa avrebbe fatto Bill se su quel tavolo operatorio ci fosse stato Frank? O Henry, se a doversi sacrificare fosse stato Sam? Per proteggere le persone a cui tieni a volte sei costretto a gesti riprovevoli, dal semplice mentire (non solo la bugia di Joel alla fine, ma anche la madre di Ellie, quando spergiura di aver tagliato il cordone ombelicale della piccola prima del morso dell’Infetto, perché non c’è genitore che non giurerebbe il falso pur di permettere alla prole di sopravvivere anche solo altri 5 minuti in più), alle omissioni (Tommy l’idealista, che va in guerra o si arruola nelle Luci, e non riesce a trovare in queste attività un senso da dare alla sua esistenza fino a quando non si imbatte nella donna giusta, che gli dà un posto in cui vivere decentemente e un figlio. Per proteggere tutto questo deve sparire dalla vita del fratello, e Joel solo all’inizio è arrabbiato, ma non riesce a tenergli il broncio molto a lungo, perché capisce le ragioni dietro alla scelta di Tommy) ai tradimenti (la storia di Henry con la malattia di Sam) fino ad arrivare alla strage nell’ospedale delle Luci. Luci che, invece, combattono per degli ideali tanto vaghi e astratti quanto inutili, perché davvero scollegati dalla realtà delle cose. E in nome di questi vuoti “ideali” Marlene mi sembra al pari di Kathleen: entrambe le donne sono pronte a disattendere le promesse o a tradire gli auspici di persone a loro care (Marlene aveva promesso alla madre di Ellie di tenerla al sicuro; il fratello di Kathleen, in un impeto da Gesù Cristo, l’aveva implorata di perdonare Henry) e a intraprendere azioni persino più spregevoli, Marlene pronta a sacrificare chi aveva giurato di proteggere (e a Ellie nemmeno lo dice che sta per morire, sennò poteva rischiare che si tirasse indietro, quindi sa di essere in malafede quando chiede a Joel: “Ellie farebbe la cosa giusta”…) e Kathleen indifferente davanti alla prospettiva di uccidere dei bambini, perché “i bambini muoiono! Continuamente! Possiamo mica pensare che tutto giri intorno a loro?”…
L’unico vero problema morale che vedo nella strage che compie Joel alla fine, e su cui possiamo discutere all’infinito, non è il dilemma “salvare uno e condannarne milioni” (perché è una situazione che non esiste da principio, non si salva l’umanità condannando Ellie), ma il fatto che Joel uccida molte persone che a loro volta avranno avuto delle mogli/dei figli/dei genitori/dei fratelli/delle persone care che di certo non meritano di subire una perdita simile a causa sua. Purtroppo, e in modo molto doloroso, pur avendo tifato per Joel alla fine al grido di “Fottiti, umanità!” , non posso che immaginare che il sangue chiami sangue, e la violenza sia una spirale da cui non si può uscire…
Per ora, però, e finché durerà, mi godo il pensiero di Joel ed Ellie salvi, in una comunità sicura, a riposarsi e a tentare di andare oltre la mera sopravvivenza. E’ un lieto fine.
Anzi, visto che io sono una tenerona dal cuore debole, forse è meglio che mi fermi qui e non guardi la seconda stagione. Ho paura!
