Apro questo topic per due motivi, il primo è stimolare un pò la discussione sul fantasy che in questa sezione non ha il giusto spazio (

) e poi per permettere a tutti di avere spunti su opere che magari non conoscevano. quindi postate qual'è l'opera fantasy che vi è piaciuta di più, il perché e magari una piccola recensione e discutiamone insieme....sempre se vi va, ovvio...
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Quindi, comincio io....
Ho letto moltissime saghe fantasy: Tolkien,Martin,Jordan,Brooks,Goodkind,Furey,Eddings,Paolini,Garth Nix e altri nn degni di nota ma l'autore e l'opera in assoluto più grandi secondo me è Raymond E. Feist e l'opera è La Saga di Riftwar composta da Il Signore della Magia, L'incantesimo Della Silverthon e Scontro A Sethanon.
Dico solo che è incredibile che la più bella saga fantasy, a mio modesto parere, sia ancora così poco conosciuta,almeno in italia. Feist in questi 3 libri crea con un'immaginazione incredibile il suo mondo, accompagna i suoi personaggi nella crescita analizzando i loro pensieri più profondi, descrive le battaglie in modo dettagliato e allo stesso tempo coinvolgente, ordendo una trama di incredibile originalità che viene svelata dal lettore poco per volta e raggiunge il culmine della perfezione nel terzo libro quando dà sfogo alla sua fantasia lasciando il lettore (o almeno me!!) letteralmente incantato. Che altro dire...l'unica delusione la si avverte alla fine del libro quando ci si rende conto che non si troverà più un libro fantasy così bello. Tre gradini sopra gli altri.
Riporto uno spunto di una recensione di uno dei maggiori siti che si occupano di Fantasy (
www.fantasymagazine.it) sul primo libro della trilogia di Feist, Il Signore Della Magia (magari nn vi fidate di me e volete un + autorevole parere...):
"Il signore della magia è il primo libro di formazione (leggi, che si focalizza inizialmente su protagonisti ancora bambini per poi seguirne la crescita) di cui ho realmente goduto le prime fasi. Per me è sempre stato come se lo sguardo adulto dell'autore togliesse quel pizzico di caotica magia al mondo visto dagli occhi dei giovanissimi. Ebbene, Raymond Feist è invece riuscito nella rara impresa di coinvolgermi, trasportandomi in modo genuino nello spirito furfantesco dei due amici Pug e Tomas, facendomi sorridere e a volte persino ridere delle loro reazioni e interazioni con gli altri personaggi.
Solo per questo aspetto il libro meriterebbe di essere letto, perché i due protagonisti sono caratterizzati in modo magistrale. Gli altri personaggi? Ce n'è per tutti i gusti e di che leccarsi i baffi. La caratterizzazione è uno dei punti di forza del romanzo.
Ma questo è davvero soltanto l'inizio, perché la storia ha molte sfaccettature. Prima fra tutte, la più godibile, è la diretta conseguenza di una felicissima intuizione dell'autore, che fa entrare in conflitto due mondi completamente differenti, uno di stampo occidentale e uno di stampo orientale. Ebbene, l'effetto ottenuto è credibile e appassionante.
Questa, e molte altre cose, danno alla vicenda un gusto di inaspettato che è difficile da trovare in qualsivoglia romanzo fantasy degli ultimi tempi, imponendo una riflessione.
Il signore della magia fu scritto nel 1982 e ripubblicato nella versione integrale nove anni dopo, nel 1991, grazie al successo ottenuto dall'autore. Stiamo parlando, pensando all'edizione a noi più vicina, di un'opera che ha la bellezza di tredici anni (in realtà ne ha ben ventidue).
In tredici anni sono stati pubblicati molti romanzi e decine e decine di autori: come riesce questo tomo a essere più originale della maggior parte dei testi fantasy finora letti? La risposta, secondo me, è una sola: è un'opera ponderata, tra le cui righe si vede il grandissimo lavoro di ideazione cui si è dedicato Raymond Feist. Le scelte dell'autore non sono soltanto frutto dell'estro, che troppo spesso calca sentieri angusti e diretti all'immediatezza che rasenta la banalità. E così le svolte decise della trama portano il lettore a vivere situazioni sì classiche, raramente mirabolanti, ma comunque testimoni di uno studio esemplare e quindi mai mediocri.
Ciò che brilla in questo romanzo, insomma, è ciò che sembra mancare troppo spesso ad altre opere contemporanee che invece avrebbero dovuto essere più mature, forti di una maggior evoluzione del genere (che invece sembra aver ingenerato "sottocorrenti narrative" involute): la serietà dell'intenzione, il non lesinare sforzi per appagare i lettori, il comprendere che scrivere un romanzo fantasy non è fantasticare e dilettarsi a occhi aperti, bensì è faticare cento per mettere su carta dieci... ma quel dieci, dev'essere un dieci a tutto tondo!"
P.S. l'opera è appena stata ristampata dalla Nord in edizione economica...

P.P.S. credo che più avanti se il topic sarà "vivo" lascerò un'altra mini-recensione che merita secondo me, sull'opera del, purtroppo recentemente scomparso, Robert Jordan, perché anche se "La Ruota Del Tempo" non è pari per me alla saga di Riftwar ci va molto vicino.
Chiudo con un piccolo omaggio proprio a Jordan usando le sue stesse parole tratte da uno dei suoi libri: "È venuto come il vento. Come il vento ha toccato ogni cosa, e come il vento è sparito." - Addio Robert
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