Sono passati ormai più di quattro anni dal marzo del 2016 quando, in un anonimo appartamento di via Igino Giordani, periferia romana, due ragazzi benestanti, Manuel Foffo e Marco Prato, seviziarono per ore un più giovane e molto meno benestante ragazzo, Luca Varani, portandolo a una morte tanto lenta quanto atroce. Di questo (certamente, non solo di questo), scrive Nicola Lagioia nel suo ultimo romanzo, La città dei vivi (Einaudi).
''Mi procurai anch'io, a suo tempo, un'infarinatura di psicoanalisi, ma senza ricorrere a quei numi pensai presto, e ancora penso, che l'arte sia la forma di vita di chi veramente non vive: un compenso, un surrogato.Ciò peraltro non giustifica alcuna deliberata turris eburnea: il poeta non deve rinunziare alla vita. E la vita che s'incarica di sfuggirgli.'' Eugenio Montale.
"Le ideologie ci separano, i sogni e le angosce ci riuniscono" Eugene Ionesco.
Hem...io lo avrei finito sabato...ditemi che non sono l'unica...