Episodio notevole, stavolta con molta più sperimentazione visiva che narrativa, ma sotto quest'ultimo aspetto attendo l'ultima puntata, scritta esclusivamente da Noah Hawley.
Bella anche la citazione di "Essi vivono" di Carpenter, in cui i protagonisti riescono a discernere, grazie ad un paio di occhiali, l'illusione dalla realtà, mostrata in bianco e nero. Omaggio non "fine a se stesso", visto che sopra ci ricavano alcuni dei minuti più ispirati di tutta la stagione.
Dan Stevens mi sta piacendo davvero tanto in questa serie, anche per la recitazione non sono facciale e vocale, ma gestuale. C'è da dire che un valido personaggio aiuta sempre a mettere in risalto le proprie doti attoriali. Nota di merito anche per Rachel Keller, che tra Legion e Fargo ha dimostrato di non aver solo un bel viso. Sono sempre felice di vedere volti nuovi e capaci, sia al cinema che sul piccolo schermo (che ormai di piccolo ha solo le dimensioni).
Ho giusto
un dubbio sulla scena finale (in cui rivediamo il tipo che interrogava David nel primo episodio): se siamo nella realtà e nel presente, e non in un ricordo, perché vediamo le bande nere a margine che, da quanto ho capito, caratterizzano certi momenti?
Le vediamo per la prima volta nel primo episodio - immediatamente prima della scena con la piscina - in cui Syd afferma che quello è solo il ricordo di un determinato giorno, e che quindi non sono realmente lì. Li vediamo anche altre volte, come nella casa di David da piccolo quando la situazione sfugge di mano (fine episodio tre), durante l'incontro tra David e Oliver (episodio quattro), nella "stanza bianca" (episodio cinque).
Insomma, tutte scene che non stanno accadendo nella "realtà", eccetto quella alla fine di questo episodio e ad inizio serie, in alcuni brevi spezzoni in cui vediamo L'Occhio che cammina nel bosco assieme alla Divisione 3, alla loro ricerca.
Se non fosse per questa eccezione, tutto mi tornerebbe a livello di demarcazione visiva delle scene
