Vedo che la puntata era attesa da molti, essendo io il primo a commentare a distanza di due giorni dalla messa in onda... ottimo!

Dopo Troyotto, un nuovo minchione (tra l'altro un po' retrivo, a giudicare dal nome) si aggiunge al club dei "nominati improponibili":
Big-Otto, meglio noto come "bacchettone", "baciapile", "beghino" e altri sinonimi vari...
Che dire, io i vecchi (bigotti) che filosofeggiano sulla e contro la gioventù imberbe e ribelle non li sopporto nemmeno nella vita reale, figurarsi quando li vedo interpretati malamente in una serie di categoria C. (Filosofia moraleggiante smentita dal
casus quittandi dell'alcol, come se con il membro salvato da un possibile, accidentale colpo autoinflitto Bigotto potesse farci ancora qualcosa, oltre che espellere le tossine per via uretrale).
Luciana finalmente ci ha - onorevolmente - privati della sua presenza
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e MammaGrugno si ritrova (da counselor qual è) a psicanalizzare in due secondi Troyotto, figlio (evidentemente) di Troya anaffettiva.
La copula tra Alycia e il Colton-Hayes-dei-poveri non era nemmeno quotata da quanto era scontata; l'idealista che crede nell'arte e nella poesia come basi per creare
un nuovo Mulino Bianco un mondo migliore lo vedo male, ma talmente male che secondo me è praticamente già morto.
Daniel ha oggettivamente sfracassato le coglie con la ricerca di quell'insipida della figlia... non si sarebbe fatto scrupoli ad uccidere tutti (
hija compresa), quella notte, al falò autogestito della fattoria e ora scassilcazzo ogni due per tre con "Ofelia potrebbe essere viva/aver bisogno di me/bla bla bla". Per quanto sia egoista e antropofecale, Strand non meritava quella cattiveria (da cui sicuramente riuscirà a scappare in modo improponibile... ma, oh, questa è la serie-figlia di quell'altra serie(-madre) in cui un uomo sotto un cassonetto è sopravvissuto ad un'orda di barbari "wasted" che Attila e i suoi Unni in confronto erano sparuti gitanti al lago nella bassa stagione).
L'unica scena interessante è stata la litania farneticante del novello Prometeo cerebrospiluccato dal corvo. E gli indiani che - nonostante l'Apocalisse - non dimenticano e non rinunciano alla loro vendetta sull'uomo bianco (depredatore anche post-coloniale). Benissimo.
