Terminato il re-watch.
Credo che per questo episodio un giudizio oggettivo sia inutile, essendo l'accenno di trama solo un pretesto attorno al quale costruire la scena dell'addio della Coleman.
Riflessioni random:
- Ashldir: niente di che, abbastanza sotto le mie aspettative. Da quando è apparsa in quell'autoscatto sul telefono di Clara avevo immaginato per lei un ruolo da villain di stagione. E il promo di questo episodio mi aveva lasciato ben sperare, anche se così non è stato, almeno non fino in fondo. Era molto interessante il concetto della ragazzina innocente riportata artificialmente in vita, a cui viene dato il dono dell'immortalità, che in realtà si rivela essere poi una condanna per il peso che la condizione comporta.
Mi piaceva così tanto l'idea del tempo che corrode i sentimenti e annebbia la ragione da essere rimasto poi deluso nel vedere che, forse per non incupire troppo il tono, questo processo di corruzione non è stato mostrato fino in fondo. Ashldir conserva quel poco di umanità in grado di farle provare senso di colpa e rimorso, e invece avrei preferito un epilogo più "cattivo". Avrebbero potuto rendere Clara la vittima designata già in partenza, di un piano che aveva l'unico scopo di far soffrire Twelve, una sorta di vendetta di Ashldir nei confronti di quel gesto in apparenza compassionevole ma che mostra anche le conseguenze del "giocare a fare Dio". Tra l'altro si sarebbe ben collegato a tutte le volte che il personaggio della Williams nomina Clara o la osserva.
Il relativismo dei sentimenti e delle motivazioni è sempre presente in DW, questa volta l'ho percepito come un difetto.
- Twelve: l'ho sempre criticato (il personaggio, MAI l'attore), ma in questi ultimi due episodi mi sta piacendo molto. Sta soddisfando quella curiosità di vedere un dottore oscuro, accecato dal dolore e dalla rabbia e impulsivo. In quest'ottica i momenti più leggeri funzionano meglio, secondo me, rispetto a quando cercano di inserire momenti cupi in puntate in cui fanno gigioneggiare Capaldi di continuo. Spero che le prossime puntate continuino su questa caratterizzazione;
- Clara: niente da dire sul personaggio, che ho sempre considerato, assieme a Donna, la miglior companion del New Who. Certo, oggettivamente la sua morte è banale, ma forse è stata una scelta ponderata per non incorrere in un altro -e stavolta più grande- di quei momenti in cui la Coleman sovrasta il Dottore e l'intera scena. E' stato realizzato un addio più sobrio (o meno ispirato?) e alla fine va bene così.
Credo che la sua attrazione per il pericolo e il giocare continuamente con il rischio, siano chiaramente segni messi lì per far intendere che in queste tre stagioni un po' Dottore lo è diventata. Così come il morire andando incontro al corvo, senza accuse e senza chiedere vendetta ( situazione in cui un companion "normale" avrebbe avuto un comportamento magari opposto) fanno pensare a questo cambiamento che dà consapevolezza ma toglie anche umanità, le emozioni di base che non sono necessariamente negative o positive, ma semplicemente ci caratterizzano.
Non credo che l'epilogo di Clara sia una morte "da stupida" o una punizione per il suo comportamento avventato. E' semplicemente una morte consapevole, di una persona che sa di essersi spinta oltre le sue possibilità e se ne prende tutte le responsabilità, e di fronte alla mancanza di un rimedio, semplicemente accetta la cosa.
- Ovviamente, tutta la storia del countdown è un semplice pretesto narrativo per far giungere a quella scena senza possibilità di cambiare il corso degli eventi.Come hanno già notato in molti, è spiegata in modo così frettoloso e poco accurato da sembrare per nulla credibile. In effetti, fino all'epilogo, c'è quella sensazione che porta a pensare che un'alternativa ci sarebbe potuta essere. Ashldir non sembra convinta quando dice di non aver nulla in suo potere e ci si chiede perchè Twelve non si sia liberato dal bracciale con qualche accessorio fashion-sonico (potrebbe essere curiosità sul luogo in cui era diretto il teletrasporto, ma è comunque una curiosità che ha un prezzo troppo alto). Insomma, la piega che prendono gli eventi a partire da un certo punto si affida totalmente alla sospensione dell'incredulità, ma narrativamente funziona. Un addio ineluttabile e scandito dai secondi toglie epicità ma aggiunge drammaticità alla scena. Avrebbero potuto gestire meglio la cosa? Senza dubbbio.