un film profetico che manco Nostradamus, in particolare se interpretiamo gli omicidi in senso figurato come soppressione dell' "hate speech" da parte dell'establishment libtard, che inizia sempre da casi chiaramente estremi (il nazista stupratore serial killer pedofilo, della serie non ci facciamo mancare nulla

), per poi smottare verso opinioni sempre più mainstream che vengono espulse dall'overton window (la finestra del discorso politico "accettabile in società"), fino a quando non arriva la meritata criptonite sotto forma di Trump / Ron Perlman (nel film) / Krug (su itasa

), che riprende in mano la situazione limitandosi a curare l'alienazione sociale di chi si è sentito schiacciare per anni dal piedistallo morale del politicamente corretto, e ad incanalarla allo stesso tempo verso politiche assolutamente pragmatiche e di buon senso.
Pragmatismo e buon senso che invece chiaramente mancano del tutto al libtardame protosardinista simboleggiato dai protagonisti, motivo per cui Ron Perlman li distrugge senza pietà.
Curiosamente la pussy generation libtard SJW USA del 2020, darebbe di questo film una delle due seguenti interpretazioni:
1)Un film illuminato che illustra in anticipo sui tempi il concetto di white privilege, nel momento in cui i protagonisti bianchi del film possono permettersi di "mollare la presa" sempre di più, perché tanto in fondo l'hate speech non li tocca direttamente, mentre il povero Afro è costretto ad andare fino in fondo.
Oppure
2)Un film pieno degli stereotipi razzisti della fine del secolo scorso, con il nazista stupratore serial killer pedofilo che all'inizio "profila" il nero accusandolo di perdere la testa facilmente in quanto nero, e man mano che si va verso la fine del film gli viene data sostanzialmente ragione.