In questi giorni rewatch di alcuni dei migliori film politici mai girati, tutti di Elio Petri:
Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto,
La classe operaia va in Paradiso e
Todo ModoChe i primi due fossero capolavori è assodato da tempo, quello che mi stupisce è che
Todo Modo sia così poco citato: un horror politico grottesco grandioso, con alcune delle performance attoriali più folli che il cinema italiano ricordi. Gian Maria Volonté fuori scala nella sua interpretazione di un Aldo Moro assuefatto dal potere e dalla violenza, ma la vera rivelazione è Ciccio Ingrassia nella sua interpretazione più mostruosa (nel senso letterale del termine): nel film il suo volto scavato, i suoi arti asimmetrici e il suo corpo vessato/flagellato restituiscono una delle rappresentazioni più sconvolgenti di come la sottomissione umana (che sia di matrice politica, ideologica, finanziaria, religiosa...) distrugga anima e corpo. La fotografia del grandissimo Luigi Kuveiller scava ancora di più i volti e i corpi degli attori, facendoli sembrare degli scheletri che vagano nel sottosuolo di Roma.
Finale tra i più controversi e micidiali che io ricordi, averlo visto all'epoca dev'essere stato uno shock sociale non indifferente... non è un caso che la pellicola originale fosse stata sequestrata per numerosi anni.
Che cinema, che cinema

Un cinema fatto di idee, di infinite intuizioni visive e sonore in cui ogni scena ricrea le proprie forme di messa in scena e messa in quadro. Nella scorsa annata cinematografica dei 350 film circa che ho visto non ce n'era neanche uno che contenesse anche solo la metà delle "idee cinematografiche" contenute in questo Todo Modo, ed è tutto dire purtroppo...