La risposta è semplice: sì.
Perché questo è cinema, non letteratura. La regia ha il dominio assoluto nell'arte cinematografica, è il suo specifico artistico. E la regia prima che essere un mero "comparto tecnico" (come l'hai liquidata tu), è una precisissima forma di produzione (i critici francesi direbbero che è una "scrittura", la camera-stylo) di significato tramite la messa in scena e la messa in quadro.
Sapendo questo, la questione inizia a decadere fin dal principio: pretendere da un film di arti marziali delle profonde caratterizzazioni, delle sceneggiature ferree in cui ogni causa-effetto è perfettamente calibrata, o chissà quali dialoghi magniloquenti, significa guardare i dettagli ma perdersi completamente il quadro di insieme (e qualche motivo esiste se il mondo intero ha acclamato questo film
).
Poi The Raid 2 ha oggettivamente i suoi limiti e non credo sia un capolavoro assoluto, concordo con te che alcuni personaggi tendano ad essere anonimi e la trama non è fluente al 100%, ma non dimentichiamoci che il fulcro è un altro: la creatività che si esprime nel ritmo, nei combattimenti, negli inseguimenti e nelle mazzate. E non sono seghe tecniche, è tutta lì la bellezza che c'è da trovare. Per esempio immaginare come Evans ha realizzato quei piani-sequenza assurdi nel fango o quello tra le auto in corsa (un'immersione totale nell'azione che già di per sé è Cinema allo stato puro), il senso di violenza che traspare dalle coreografie studiatissime, l'escalation della trama in ambienti completamente diversi ma gestiti tutti alla perfezione...
Le leggerezze di scrittura naturalmente influiranno in negativo sul voto finale, ma da qui a bocciarlo solo per questo ci passano in mezzo interi oceani.
Ma assolutamente
no!
Prima di tutto, l'intrattenimento nel cinema non è il suo unico scopo (come invece pare essere l'unico scopo di questo film), e soprattutto non ci sono parametri oggettivi per valutarlo. Questo film ha rappresentato, per me, una noia mortale dall'inizio alla fine. E per questo, secondo il mio modesto parere, l'ho bocciato. A differenza del primo capitolo meno articolato, più semplice, ma sicuramente meno noioso.
Detto questo, io non ho assolutamente relegato la regia a essere soltanto un mero comparto tecnico, e soprattutto non ho mai preteso da questo film caratterizzazioni profonde o sceneggiature ferree. Pretendo, da questo film come da qualsiasi altro film, un
minimo di cura nella scrittura, giusto un pizzico, per far sì che il prodotto sia almeno credibile come forma di intrattenimento se è solo a questo che punta. Altrimenti non resta assolutamente nulla, e infatti nulla mi è rimasto. Vedere due ore di combattimenti e situazioni spinte al limite senza il nulla di contorno per me non è cinema e non lo sarà mai. E poco importa se il mondo intero l'ha acclamato, cosa vorrebbe dire scusa? Once Upon a Time in America è stato distrutto dalla critica mondiale, dalla sua produzione e perfino dal pubblico, quando è uscito. The Nightmare Before Christmas ha ricevuto un successo moderato (in America) e nullo nel resto del mondo alla sua uscita. Donnie Darko non se lo sono filati per anni prima di ricredersi. Ho preso 3 film a caso di grande cinema, di generi completamente diversi, ma di esempi ce ne sarebbero milioni. Non capisco il nesso che dovrebbe passare tra "qualità di un film" e "successo di critica e pubblico". Le due cose, la storia del cinema insegna, non sono per niente collegate.
Da un film non cerco solo intrattenimento, non cerco solo dialoghi e personaggi, non cerco solo una regia perfetta, così come tante altre cose. Cerco più cose tutte insieme, e
talvolta basta anche solo una di queste cose. Nel caso del primo film mi è bastato vedere una regia splendida, per cui sono rimasto colpito durante la visione, nonostante una scrittura povera di dettagli e ricca di difetti. Ma ci ho fatto caso il giusto, e ho considerato il film sufficiente, secondo i miei canoni, visto che comunque mi ha intrattenuto. In questo secondo film si è aggiunto un montaggio stupendo, ma tutti i difetti del primo film rimangono e sono addirittura più gravi, e vedere una serie di mazzate più o meno probabili, per tutto il tempo della visione, non mi ha intrattenuto per niente. Altro da chiedere, oltre all'intrattenimento più becero, non c'è in questo film, pertanto per me sono 2 ore e mezza completamente sprecate, e il film è deludente. Punto.
Inoltre, è il genere di questo film a imporre "libertà artistiche" in fase di scrittura, lo so bene e me ne rendo conto. Quindi ci sta che 3000 proiettili non colpiscano mai il protagonista, lo si accetta, ma non ci sta prendere in giro lo spettatore con scene ridicole (le bottiglie di plastica) o totalmente senza senso logico. Sono due cose differenti.
Chiudo dicendo che non capisco il tuo discorso "questo è cinema, non letteratura". Cosa vorrebbe dire? La base della letteratura è la scrittura, così come per il cinema è la regia. Ma il fine è sempre lo stesso: intrattenere, insegnare, far riflettere, far discutere, ecc ecc. Ed essendo il cinema molto più complesso della letteratura (basata solo sulla scrittura), direi che la regia NON ha il dominio assoluto. Di certo è fondamentale e molto più importante di tanti altri aspetti, ma da sola non crea un film. Come non lo fa la sceneggiatura, come non lo fa la fotografia, il montaggio, il sonoro, le musiche, gli attori, ecc ecc. Alcuni aspetti sono più importanti di altri, ma da qui al dominio assoluto beh... anche no. Anche perchè altrimenti non verrebbero assegnati premi diversi per la regia e per il film.
The Godfather è uno dei film che ha segnato la storia del cinema, è una capolavoro indiscusso per quanto mi riguarda, ma di sicuro la regia non è il suo punto forte. Ma, visto tutto il resto, non è minimamente un problema.
The Raid 2 è il contrario. La regia dà tutto quello che può al film, ma visto il contesto poverissimo in cui lavora, per me non vale la visione.