Visto.
Io sono stato un grande fan della prima serie di Alita, negli anni 90. Avrò riletto il manga (e alcuni numeri in particolare) decine di volte.
L’ho ripreso in mano recentemente e, devo ammetterlo, è un po’ invecchiato male, anche se la potenza narrativa di alcune tavole e di alcuni personaggi è rimasta immutata nel tempo.
Alita, ovviamente, termina col 9 tankobon della prima serie, con un finale perfetto. Tutto il resto (Last order, ecc.) sono nati forse per accontentare qualche parte del fandom che vuole che alcune storie non finiscano mai, ma non il sottoscritto.
Premesso questo, dico che il film mi è piaciuto. Anche se non è perfetto.
Anzi, forse proprio perché non è perfetto, perché pur essendo “nuovo” è già un po’ “invecchiato male” come il manga.
Lo spirito della storia originale è intatto: qualcosa è stato modificato, tagliato, riadattato, semplificato, come è inevitabile che sia, però, con un’unica eccezione, forse (ma ci vorrebbe un sequel per confermarlo), i protagonisti sono proprio loro.
L’Alita delle prime 2 saghe (Makaku – Yugo) che qui sono fuse assieme, è ancora una ragazzina ingenua, romantica e sognatrice che, complice l’amnesia, tenta di vivere una normale vita da teenager.
Per questo, forse, il film risulta un po’ “vecchio”: negli anni 90 queste storie erano tranquillamente accettate, mentre adesso sembra che l’agenda detti nuove regole per la scrittura dei personaggi femminili, soprattutto nelle loro interazioni con quelli maschili. Immagino che la critica (soprattutto nelle frange più estremiste) non abbia ben visto il fatto che la protagonista si “doni” anche fisicamente all’innamorato.
Ma chissene della critica. La crescita di Alita è passata anche dall’innamoramento un po’ ingenuo, ma totale, tipico degli adolescenti, che ha comportato il successivo passaggio alla fase disillusa e nichilista del Motorball.
Volendo trovare un difetto (se di difetto si può parlare) è l’inserimento di un sacco di citazioni del manga che sovraccaricano di informazioni non utili la narrazione: Yashugan, Ajakuti, Koyomi e Maddog ad esempio, un po’ buttati lì per strizzare l’occhio ai fan della versione cartacea ma praticamente inutili ai fini della trama.
Mi chiedo se chi non ha letto il manga, ad un certo punto non si sia trovato spaesato.
L’unica VERA perplessità che ho, come poco sopra accennato, è su un personaggio che è centrale nella storia: Desty Nova. Nel manga era un personaggio complesso, molto sfaccettato e completamente fuori dagli schemi: non è il classico cattivo che brama il potere o il dominio sul mondo. Non è nemmeno un’eminenza grigia dietro gli eventi.
E’ proprio l’archetipo dello scienziato pazzo che sperimenta, che vuole spingere la sua ricerca un passo oltre e che è disposto a tutto per farlo, cancellando da sé progressivamente ogni freno morale o umano.
Ma è anche un uomo assolutamente libero (anche nel significato più distorto e distruttivo del termine): non sopporta Salem, non sopporta i limiti tecnologici, fisici, etici. Al massimo possiamo dire che è schiavo solo della sua follia e della sua fame di ricerca (e di budino!).
Spero che questa parte venga recuperata in un eventuale sequel, perché quel che si è intuito nel primo film sembra puntare in una direzione opposta, più classica e “noiosa”.
Ci vuole comunque un secondo film incentrato sul Motorball (dove spero che personaggi sopracitati Ajakuti e Yashugan possano avere lo spazio e l’approfondimento che meritano) e sul ritorno di Zapan, che è un personaggio ben più complesso del bulletto che abbiamo visto (in ogni caso fedele alla narrazione del manga).